I buoni romanzi spesso sembrano avere le radici ben piantate per terra. Come alberi si nutrono delle sostanze del sottosuolo e a quel sottosuolo a volte tendono ad assomigliare. Tutto ciò per dire che “Benzine” di Gino Pitaro a me è sembrato un libro che ha le radici nella periferia romana e da quelle radici prende il sostentamento per fiorire.
Ci ho riflettuto un po’ e mi sembra quasi che la periferia sia una cornice multisensoriale. Se ne sentono gli odori e i suoni, se ne vede l’asfalto che avanza inghiotte famelico la campagna. E soprattuto si vedono i personaggi che scivolano via, quasi sospinti dal vento, in balia della vita.
Il protagonista di questo libro è Luigi. Un trententenne che per costituire se stesso ha utilizzato materia scolastica, sindacale e politica. In un momento di fermento, quando la folla e in sobbuglio e lui dovrebbe solo prendere il microfono per declamare qualche proclamo, in un momento in cui li dovrebbe assumere il ruolo di guida “spirituale” Luigi recede. Fa un passo indietro e uno a lato e osserva qualcuno che prende il suo posto. Perché? Per quale motivo Luigi si scansa?
Luigi ha anche degli amici, gente che si manifesta al di fuori delle cerchie politiche. Un evento inaspettato sgretolerà l’armonia che, forse, era solo di facciata.
Pitaro riesce a raccontare con ironia e presione una storia di vita ordinaria. Qualcosa che si sarebbe potuto perdere in mezzo al troppo rumore. Racconta una storia che sembra essere segnata da un’ombra scura. La si vede in lontananza già all’inizio, quando Luigi passa il microfono/testimone e smette di essere ciò che era stato fino a cinque minuti prima. E’ una storia di ragazzi che cercano la bellezza (magari non quella eterna), ma che forse non sono stati abituati a riconoscerla.
Immancabile il richiamo al padre putativo, il grande Pier Paolo Pasolini. Una sorta di guida per molti e un ingombro per altri.
Ensemble è una casa editrice romana che punta a promuovere giovani esordienti e autori di valore internazionale che con la propria opera possano lasciare un messaggio universale.Tra le collane spiccano “Erranze”, diretta da Gëzim Hajdari, e “Transculturazione”, diretta da Armando Gnisci, entrambe volte a rappresentare una precisa idea di mondo.
Gino Pitaro nasce a Vibo Valentia il 7 luglio 1970. Nel suo percorso svolge varie attività, tra cui quella di redattore e articolista freelance e di documentarista indipendente. Nel 2011 esce il suo I giorni dei giovani leoni (Arduino Sacco Editore), che ottiene buoni riscontri di critica e diviene una delle opere underground più lette nel 2012. Babelfish, racconti dall’Era dell’Acquario è il secondo libro, con il quale vince il Premio Letterario Nazionale di Calabria e Basilicata III ediz. (sez. narrativa edita), il premio speciale antologia al Concorso Letterario Caterina Martinelli II ediz., il premio giuria al Concorso Letterario Città di Parole III ediz. – patrocinato dalla Città di Firenze, dall’AICS (sezione cultura) e dall’Associazione Artecinema Rive Gauche -, il riconoscimento Libri di Morfeo, 4° posto (Città di Siracusa). Babelfish inoltre è stato segnalato al concorso Percorsi Letterari dalle Cinque Terre al Golfo dei Poeti I ediz.
Benzine è il nuovo romanzo.