C’è un particolare della biografia di Fabio Mòrabito che ha fatto nascere in me una riflessione sulla letteratura sudamericana. Moràbito è nato in Egitto, ha vissuto a Milano durante l’infanzia, vive a Città del Messico da quando ha quattordici anni e scrive i suoi libri in lingua spagnola. C’era una cosa che non riuscivo ad afferrare pienamente, qualcosa che nasceva dall’incrocio di un nome che ritengo molto italiano e da una scrittura che invece mi regalava sensazioni che avevo già vissuto in passato leggendo autori sudamericani, molto sudamericani.
Emilio è un bambino solo, per certi versi molto maturo, per altri terribilmente infantile. Lui e la madre si sono strasferiti da poco in un quartiere nuovo della città in cui Emilio non conosce nessuno. Il padre ha in programma di trasferirsi oltreoceano con la donna con cui ha tradito la moglie. Emilio passa le sue giornate a gironzolare tra i viottoli di un immenso cimitero, cerca, tra le lapidi, una che contenga il suo nome e solo in quel momento si sentirà liberato dal compito che si è autoimposto. C’è un’altra particolarità che contraddistingue Emilio. Non legge semplicemente i nomi, li impara a memoria, senza sforzo. Il suo è un dono, una particolare capacità di memorizzare i nomi senza alcun sforzo; una capacità che ai suoi genitori non piace molto, la temono, ne hanno paura. Emilio dice a tutti che questo dono, questa maledizione, è destinato a scomparire con l’età. Lo dice anche alla donna che incontra al cimitero, colei che ha perso da poco un figlio della stessa età di Emilio, colei che lo turba e, attraverso una serie di suggestioni erotiche, lo trascina lentamente fuori dal bozzolo in cui Emilio si era nascosto.
Nasce tra lei ed Emilio un rapporto strano, un po’ materno e un po’ erotico, la donna sembra subire le ferite inferte dalla morte del figlio, ma anche l’abbandono degli uomini che ha amato e in Emilo veda un progetto per il futuro. Emilio la porta a conoscere la madre e poi vuole anche anche il padre la veda perché, pensa Emilio, quella donna ha le caviglie grosse proprio come piacciono a suo padre. E dalla nascita di questi incroci, dalle presenze inquietanti che frequentano il cimitero, presenze vive e a volte terribili, nasce “Nessun nome per Emilio”.
Ciò che mi ha colpito di più nasce dalla riflessione a cui accennavo all’inizio. Nonostante Moràbito sia Messicano d’adozione ho trovato, nella sua opera, un’atmosfera tipicamente sudamericana; ho trovato lo stessa atmosfera rarefatta di altri mostri sacri della letteratura messicana, Rulfo, Paz e Fuentes tra tutti. Il luogo in cui si svolgono la maggior parte degli avvenimenti, quel cimitero che nella sua calma apparente nasconde un lato oscuro, diventa metafora dell’intero mondo in cui viviamo, ma allo stesso tempo è teatro della crescita emotiva di Emilio.
La traduzione di quest’opera è stata affidata a due persone che conosco principalmente per essere scrittori molto dotati: Adrian N. Bravi e Marino Magliani. Non conosco la dinamica che ha portato alla pubblicazione di questo libro ma non mi stupire se fossero stati i due traduttori/scrittori a proporre la traduzione all’editore. Editore che risponde al nome di Exorma e che ancora una volta è stato in grado di portare in libreria un piccolo gioiello della letteratura contemporanea.
Nato in Egitto da genitori italiani, ha passato la sua infanzia a Milano. Dai quattordici anni vive a Città del Messico. Nonostante l’italiano sia la sua lingua madre, ha scritto tutti i suoi libri in spagnolo.
Poeta, prosatore e saggista è molto noto in Spagna e America Latina. La sua vasta produzione ha ottenuto numerosi premi, tanto per la poesia quanto per la narrativa, l’ultimo in Francia nel 2018: il prestigioso premio Roger Caillois, per la totalità della sua opera.
Ha scritto il libro per bambini Cuando las panteras no eran negras (White Raven Prize), pubblicato in Italia da Salani (Quando le pantere non erano nere). Ha raccolto e pubblicato Cuentos populares mexicanos, un libro di 125 racconti orali messicani, (White Raven Prize).
È traduttore dall’italiano di numerosi romanzi, poesie, saggi e libri per bambini. Nel 2005, Galaxia Gutenberg ha pubblicato la sua traduzione dell’opera completa di poesia di Eugenio Montale. Dall’italiano ha tradotto anche libri di Torquato Tasso e di Patrizia Cavalli.