Se questi son uomini

by senzaudio

Uomini, donne, bambini. Non hanno nomi, non hanno volto. Sono cadaveri, morti, torce accese spenti dall’acqua. Il dramma di Lampedusa è l’ultimo di una lunga, silenziosa e dimenticata strage di innocenti che avviene settimana dopo settimana sulle nostre coste. Migranti, clandestini, immigrati, rifugiati: ognuno li chiami come meglio preferisce, ma sempre essere umani sono, persone che sfuggono dalla miseria e dalla guerra con la speranza di trovare altrove fortuna e che vedono nell’Italia il passaggio necessario verso nuove terre.

Uomini che sfuggono dal Male ma che trovano sulla propria strada il Male; i criminali identificati come scafisti, gente che tratta i propri simili come delle bestie, animali senza nessuna dignità e che vengono mandati al macello. Bastonate per abbondare le carrette del mare, perché non sono navi quelle, dopo un viaggio che ha il prezzo di tutti i risparmi accantonati.

E noi italiani  siamo qua, con gli abitanti di Lampedusa e delle altre coste abbandonati al proprio destino. E’ una emergenza politica, è una priorità umanitaria, perché la legge dell’uomo vieta di proibire i primi soccorsi. E’ un problema di tutti i governi europei, sebbene sia più facile voltare le spalle e fare finta che nulla sia accaduto gravando l’Italia di un compito immane. E c’è chi soffia sul fuoco. No, queste stragi non possono essere dimenticate, il Male va combattuto. L’indifferenza è un tarlo, una malattia che si insinua lentamente e ti distrugge la pietas, il sentimento umano più profondo. Soccorrere è un obbligo, aiutare un dovere, combattere questa piaga un compito politico di tutti, perché è assurdo morire così, in mezzo al mare. Non è da uomini.

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