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Richard Tuschman – Hopper Meditations

by senzaudio

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E’ materia nota quanto Platone ed Aristotele fossero in disaccordo su alcune teorie, su di una però sembrano trovare pace: il concetto di  μίμησις intesa come imitazione. Ci riferiamo in particolar modo all’imitazione della realtà e della natura che è il fondamento, secondo l’estetica classica, della creazione artistica.

Ogni forma d’arte sarebbe così un’attività di μίμησις .

Nessuno spazio per il filtro speciale  con cui l’artista setaccia la realtà, nessuna lode all’animo sensibile di colui che, unico fra tanti, è in grado di cogliere nella banalità noiosa il soffio grazioso e salvifico della bellezza sovratemporale. Chi crede di intendere d’arte e di praticarla risulta essere  poco più che un illuso copione.

Tanto peggio poi se, conversando amabilmente con Platone in un pomeriggio di mezzo autunno, viene fuori la teoria secondo cui le cose, già di per sé simulacri imperfetti della realtà delle idee, siano quindi copia di una copia quando riprodotte da rappresentazioni artistiche.

Chissà se il fotografo Richard Tushman quando ha deciso di riprodurre in pellicola i dipinti di Edward Hopper (seppur distanziandosene per luce e colori) abbia dimenticato le lezioni di filosofia liceale o se, semplicemente, sia stato allettato dall’idea di essere copia della copia della copia, anello di un circolo virtuosamente infinito che connette l’uomo al tentativo di essere natura.

richardtuschman.com

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