Home Inchiostro - Recensioni di libri indipendenti e non. Percival Everett di Virgil Russell – Percival Everett

Paratesto:
E mentre leggi hai una folgorazione. Chiudi il libro e guardi la copertina e capisci che chi l’ha scelta ha capito tutto. Ha capito tutto del libro, della storia che racconta e di come la racconta. Le radici di questo albero sono ben salde al suolo, un suolo fatto della materia con cui è fatta la letteratura, il tronco è solido, i rami sono rigogliosi, le foglie cercano luce e si disperdono in mille direzioni diverse, tutte lecite. Quest’albero è il libro.

Testo:

Questa è la storia che tu scriveresti se fossi uno scrittore. O forse questa è la storia che tu stai scrivendo. O forse questa è la storia che credi che io stia scrivendo perché così ti sentirai meno in colpa per avermi lasciato in questo ospizio.
Alla fine della lettura deciderete voi cosa avete letto e chi lo ha scritto.

Percival Everett di Virgil Russell” è uno di quei libri che leggete una volta ogni 5 anni. Uno di quei libri che all’inizio vi spaventa e poi vi fa diventare dipendenti. Perché, fondamentalmente, ci metterete un bel po’ a capire cosa state leggendo, chi sono i personaggi, dove hanno intenzione di andare e quale sarà il loro destino. E anche quando penserete di aver afferrato saldamente i fili della narrazione di Percival Everett vi accorgerete, la pagina successiva, che vi stavate solo illudendo.

Una storia composta da molteplici tessere, come un mosaico proveniente dal passato. Una storia che procede a saltelli, come quando giocate alla cavallina, solo che in questo caso i saltelli non sono lineari, ogni saltello vi porta altrove, in un’altra dimensione narrativa, in un altro “universo narrativo” e allora, come nelle migliori magie, è necessario fare alcuni passi all’indietro per comprendere la totalità del quadro che ci viene dipinto davanti agli occhi. Non dobbiamo fissarci sui particolari, ma sulla bellezza dell’insieme, perfetto nella sua geniale armonia.
Verrebbe da dire che Everett abbia costruito questo labirinto di parole con l’intento principale di destabilizzare il lettore, di privarlo del potere che ha di pretendere una trama. Ed in effetti, il continuo buttare sul fuoco trame diverse, tra loro a volte indipendenti a volte concatenate, crea un continuo senso di disequilibrio. Chi sono i due gemelli grassi? La veterinaria dove vuole andare a parare? Chi è Murphy? Chi è il padre ucciso dal KKK?
Non mi sono mai fatto così tante domande come in questo libro.
La parola capolavoro viene spesso usata a sproposito e io stesso faccio fatica ad utilizzarla senza sentirmi un po’ sporco. Allora, come posso definire questo libro indefinibile? “Percival Everett di Virgil Russell” è un libro al quale ritornerete ciclicamente, per depurarvi dalle cattive letture, per ricordare a voi stesso cosa può essere creato dal genio umano e dalla lingua. E’ un libro che vi verrà voglia di consigliare ogni volta che vi verrà chiesto di fare il titolo di un libro, e che vi farà dimenticare che, in effetti, non tutti sapranno apprezzarlo.

Coordinate:
Il grande pregio di Nutrimenti, oltre a quello di pubblicare una serie di autori italiani di grande qualità è quello di avere un “parco” autori stranieri davvero ottimo. E il pregio va oltre nel momento in cui una casa editrice investe molto negli autori in cui crede. Nutrimenti crede molto in Percival Everett, lo dice chiaramente il catalogo della casa editrice e gli altri 7 (ma potrei sbagliare) titoli di questo fantastico autore.

Nutrimenti Percival Everett lo presenta così: Nato nel 1956 nella base militare di Fort Gordon, in Georgia, dove il padre prestò servizio come sergente prima di diventare dentista, Percival Everett insegna scrittura creativa e letteratura alla University of Southern California. Alla carriera accademica è arrivato dopo una laurea in filosofia a Miami e un percorso irregolare, prima chitarrista jazz, poi addestratore di cavalli e rancher, infine professore di liceo. Sposato con la scrittrice Danzy Senna, nel tempo libero dipinge e pratica la pesca alla mosca, passioni che ama condividere con alcuni dei suoi personaggi.
È autore di oltre venti libri tra romanzi, raccolte e saggi, e ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti come l’Academy Award in Literature, lo Hurston / Wright Legacy Award, lo Usa Pen Literary Award e, in Italia, il Premio Gregor von Rezzori. Le sue opere sono tradotte in tutto il mondo.

Vorrei concludere questa mia lettura del libro citando due persone che credo partecipino molto alle suggestioni prodotte da “Percival Everett di Virgil Russell”. Ada Carpi, in quanto art director, mi sembra la persona più indicata per ringraziarla di una copertina perfetta per questo libro.
Inoltre, come lettore, ho avuto la fortuna di perdermi in questo testo, scivolando tra una pagina e l’altra pur consapevole che non sarei mai riuscito ad afferrare tutto quello che Percival Everett ci ha messo dentro. Come lettore non ho lo stesso senso di responsabilità che ha avuto la traduttrice Letizia Sacchini che, oltre a perdersi tra le pagine del libro ha anche dovuto trovare la via d’uscita. Il tutto per dare a noi la possibilità di leggere un capolavoro (ecco, alla fine l’ho detto).

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