Ho spesso sentito dire che un autore scrive sempre lo stesso libro durante tutta la sua carriera, in una ricerca costante della perfezione dell’unica cosa che abbia veramente senso, per lui, dire. Questo però non significa che un autore debba necessariamente scrivere davvero lo “stesso” identico libro a ogni nuova pubblicazione. Non ci si può limitare a fare una copia, di una copia, di una copia. Qualsiasi sia il libro a cui tende Percival Everett è poco ma sicuro che lo stia scrivendo ogni volta diverso.
Non fingerò di essere un ammiratore della prima ora di questo scrittore americano. L’ho incontrato sul mio cammino nel 2014 e ho cercato di mantenermi al passo con la sua produzione e, contemporaneamente, andare a recuperare quanto scritto in precedenza. Forse sono stato fortunato, ma l’impressione che ho avuto è che Percival Everett abbia come missione quella di stupire il lettore affezionato. I suoi libri sono sempre diversi e sono sempre scritti in maniera meravigliosa. Hanno la capacità di tenerti incollato alle pagine.
“Quanto blu” è la storia di uno pittore, Kevin Pace; una storia che procede a incastri, che procede per accumulazione su tre traiettori diverse, ognuna identificata da un percorso: casa, 1979, Parigi.
1979 è il passato remoto. Kevin e in suo migliore amico Richard, un letterato, sono partiti per El Salvador con lo scopo di recuperare il fratello spiantato di Richard. Il paese è sull’orlo di una guerra civile e sarà il mercenario Bum Bum, dal linguaggio caricaturale, a guidarli attraverso le strade pericolose e piene d’orrore. Qui nasce il primo terribile segreto di Kevin.
Parigi è il passato prossimo. Ormai pittore affermato, Kevin passa alcuni giorni nella capitale parigina, qui si imbatte in una giovane artista francese, un acquarellista di venti anni più giovane. Tra i due nasce una storia, nasce come un incendio, veloce e bruciante. Non si tratta di solo sesso, i due si innamorano. Qui nasce il secondo segreto di Kevin.
Casa è il presente. Kevin è alle prese con la famiglia, la moglie e i due figli. April, la figlia, ha tutti i problemi dati dall’adolescenza e anche qualcuno in più. Will è un ragazzo sensibile che accusa la mancanza di vicinanza del padre. Linda è una donna disillusa, sente aumentare la distanza tra lei e il marito. Inoltre, nello studio di Kevin c’è un quadro, un enorme quadro che nessuno può vedere e che Richard, nel caso in cui Kevin muoia prima, ha promesso di bruciare. Cosa racconta quel quadro? Cosa può svelare di Kevin e dei suoi segreti?
Le tre linee temporali si mescolano alla perfezione, regalando un romanzo compatto e perfetto in tutti i suoi aspetti. L’incastro procede senza sbavature e la lettura si fa sempre più densa pagina dopo pagina e mano a mano che le maglie si stringono, i segreti si accumulano, la vita procede.
Percival Everett, per quel che mi riguarda, è un grandissimo scrittore; ha una capacità innata di fare entrare il lettore nel suo mondo anche quando il libro non procede in modo lineare ed è necessario fare un piccolo sforzo per seguire le linee narrative e trarre le proprie conclusioni. “Quanto blu” è una lettura perfetta per iniziare a prendere confidenza con questo autore.
Traduzione di Massimo Bocchiola
Percival Everett (1956), autore e professore presso la University of Southern California, ha scritto numerosi libri, tra i quali: Cancellazione (2001), Deserto americano (2004), Ferito (2005), La cura dell’acqua (2007), Non sono Sidney Poitier (2009), Percival Everett di Virgil Russel (2013). Ha ricevuto lo Hurston/Wright Legacy Award e il PEN Center USA Award for Fiction. Vive a Los Angeles