Indignati, ma con prudenza. Che equivale al manzoniano adelante, con juicio. Il calcio italiano è stato nuovamente investito da un terremoto giudiziario. Riparte Scommessopoli? La procura di Cremona ne è convinta e ha inserito nel registro degli indagati due nomi altisonanti, quelli di Brocchi e Gattuso, oltre ad aver individuato altri sospetti promotori del gruppo criminale che combinava le partite.
Che lo sport, e non solo il calcio, sia soggetto a questo sporco rischio, quello delle scommesse illegali e dei tentativi di combine, è fuori di dubbio. Ben vengano quindi gli interventi delle Procure per ripulire l’ambiente. Lo si faccia con decisione e con chiarezza, una luce che non sempre è presente. Ci chiediamo per quale motivo le redazioni vengano sempre avvisate a tempo debito degli sviluppi. Le talpe, direte voi, sono sempre esistite e anche questo è un dato di fatto, una misera realtà da condannare e combattere. E’ però diverso, perché i giornalisti sanno che qualcosa avverrà e si tengono pronti. Come successo con Criscito. Preparazione degli Europei 2012, irruzione dei carabinieri a Coverciano, all’alba, le telecamere sono pronte. Che poi il giocatore sia stato assolto da ogni sospetto è un’altra storia. Ci si chiede poi perché la comunicazione di nuovi indagati avvenga sempre prima o durante le soste del campionato. Francamente, non crediamo che eventi di così rivelante importanza debbano mettere in moto un meccanismo di galanteria per non turbare il regolare svolgimento della Serie A.
Quanto è lecito aspettarsi – e per questo andrebbero ringraziati – dagli uomini della Procura di Cremona è una intensa attività investigativa lontana dalla luce dei riflettori tutelando i diritti degli indagati. Spesso, questo non è successo. Basta dare un nome in pasto all’opinione pubblica – e per un meccanismo perverso e ignorante – trasformare questo in colpevole. Silenzio quindi dalla Procura, accompagnata da grande attenzione, e professionalità da parte del mondo del giornalismo. Che è quello che succede quasi mai. Vengono trasmesse le veline dalla Procura e vengono pubblicate prendendole per oro colato. Così si rinuncia al proprio lavoro, si abbandonano le domande, si abdica a una attività investigativa che è propria del giornalismo. Porsi delle questione, non dare nulla per scontato, accertare i fatti. Nulla. Si prendono le parole della Procura, si molla il condizionale – d’obbligo in questi casi – e si sceglie il presente o l’imperfetto.
C’è poi il pubblico. Il calcio è l’oppio del popolo. Panem et calcium, il circensem si è trasformato, la religione rientra in una sfera privata, la politica non vive più di ideologie ed è ai minimi storici. Quindi, il calciatore, il tesserato della propria squadra del cuore è innocente fino a prova contraria, chi appartiene alla compagine rivale è colpevole. E’ quel garantismo a maglie alterne che annebbia la mente degli italiani. Anche dei giornali sportivi, sempre più pronti a parlare alla pancia del proprio pubblico di riferimento. Ed è interessante notare come nei confronti dei politici il garantismo non esista più. La politica è colpevole, a prescindere. Il calcio ancora no. Perché resta una passione viscerale, un divertimento. Nonostante tutto, nonostante gli scandali.