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Ombra mai più – Stefano Redaelli

by Gianluigi Bodi
Stefano Redaelli

Potremmo definire “Ombra mai più” un seguito. La tentazione c’è. Però credo che “Ombra mai più“ di Stefano Redaelli sia più di un seguito, sia un romanzo a sé stante, un’opera che si regge da sola. Ovviamente, in questo incipit, il riferimento nascosto è il primo romanzo che Redaelli ha pubblicato per Neo edizioni e che tanto successo ha avuto, sia di pubblico che di critica. 

La storia raccontata in “Ombra mai più” è quella di Angelantonio Poloni che, ormai guarito, esce dalla Casa delle farfalle, un Centro Residenziale Psichiatrico o Comunità di riabilitazione Psicosociale in cui il nostro protagonista era entrato all’inizio di “Beati gli inquieti” con l’idea di doversi solo documentare per terminare un libro. 

Angelantonio è appunto uscito, ma ha lasciato dietro di sé persone che hanno condiviso con lui quello spazio particolare e fuori dal tempo. Cecilia, Marco, Angelo sono da un lato la testimonianza vivente che lui è riuscito a guarire, ma dall’altro sono la colpa che si porta appresso proprio per essere guarito. 

Quanto è forte la diffidenza nei confronti di chi ha p ha avuto una malattia mentale? Cosa succede una volta che ci si è lasciati alle spalle le mura della Casa delle Farfalle? Succede che Angelantonio si trova rinchiuso, forse davvero rinchiuso per la prima volta in mondo che sa essere oppressivo. È alla ricerca di spazi propri, è alla ricerca di qualcuno con cui comunicare e da cui essere compreso, ma è anche perso nella progressiva malattia dei genitori (la madre soffre di artrite reumatoide che è una patologia che procura dolori lancinanti e che sfocia nell’immobilità, mentre il padre si sta curvando verso un lato per problemi alla spina dorsale, quasi come se l’autore volesse sottolineare che alla fragilità della mente si deve necessariamente affiancare la fragilità del corpo)  e nella ricerca di un lavoro che lo renda indipendente. Tutti elementi che fanno assumere alla Casa delle farfalle un’aura serene, quasi da rifugio dell’anima.  

Viene da chiedersi se quelli che sono accolti dal Centro Residenziale Psichiatrico siano lì per essere protetti dal mondo esterno o per fare in modo che il mondo esterno sia protetto. 

Ho molto apprezzato, da lettore e, temo, anche da scrittore, la parte dedicata alla ricerca di un editore per il romanzo che Angelantonio ha scritto durante il suo soggiorno nella Casa delle farfalle. Non so se Redaelli abbia tratto spunto dalla propria esperienza personale (anche se ovviamente il primo pensiero va a parare lì) ma ho trovato quegli intermezzi davvero genuini e li ho letti con un velato senso di complicità. 

Lo stile di Stefano Redaellli è ben riconoscibile. Utilizza frasi brevi, perfino semplici nella loro purezza. Nonostante questo incessante ritmo non si ha mai l’impressione di dover correre verso una fine mai troppo lontana, si è invece la forte sensazione che le parole aiutino a scandire un battito, un movimento lento che porta alla riflessione. 

Ecco uno dei punti che mi fanno consigliare questo libro. Ogni capitolo porta a una riflessione diversa. Che sia sull’amore, sulla solitudine, sulla malattia mentale, sulla guarigione, sul passare del tempo. Sembra quasi che le pagine ti diano il tempo di trovare il tuo spazio da lettore.  

In ultima analisi, Redaelli ha il pregio di riuscire a mettere chiaramente su pagina la complessità del vivere.

Stefano Redaelli è professore di Letteratura Italiana presso la Facoltà “Artes Liberales” dell’Università di Varsavia. Addottorato in Fisica e in Letteratura, s’interessa dei rapporti tra letteratura, medicina, scienza e spiritualità. Tra le sue pubblicazioni scientifiche: A 40 anni dalla legge Basaglia: la follia, tra immaginario letterario e realtà psichiatrica (DiG, 2020), Nel varco tra le due culture. Letteratura e scienza in Italia (Bulzoni, 2016), Le due culture. Due approcci oltre la dicotomia (con Klaus Colanero, Aracne, 2016). Per la narrativa ha pubblicato la raccolta di racconti Spirabole (Città Nuova, 2008) e il romanzo Chilometrotrenta (San Paolo, 2011). Per Neo Edizioni ha pubblicato il romanzo Beati gli inquieti, Selezione Ufficiale “Premio Campiello”, “Premio Napoli” e “Premio Flaiano” 2021.

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