Manuele Fior – Rosso oltremare

by Gianluigi Bodi
Manuele Fior

Anche a uno sprovveduto come me non può non saltare agli occhi che Manuele Fior sia un vero e proprio artista, che con lui il concetto del Graphic Novel si estenda così tanto da mantenere confini molto sfumati con la pittura. Cerco di spiegarmi. Quando leggo qualcosa di Manuele Fior ho sempre l’impressione che ogni disegno possa diventare un quadro, anche i più semplici. Non so se questo basta a dare una minima idea di ciò che mi procura la lettura delle sue opere. Sembra di camminare tra le sale di un museo.

Nel caso di “Rosso oltremare“, che Omblomov Edizioni ha da poco ripubblicato in una nuova e bellissima edizione, la sensazione che ho cercato di descrivere è davvero molto forte. La storia raccontata da Fior è quella di un architetto di nome Fausto completamente ossessionato dal labirinto di Minosse, dalla perfezione di quella costruzione mitologica. Accanto a lui Silvia, una donna che cerca di salvarlo dalle sue folli allucinazioni e che, in qualche modo, viene trascinata dentro un mondo onirico in cui il presente e il mito si intrecciano e rimangono l’una all’altro. La figura di Icaro diventa un parallelo con quella di Fausto. Ci sono pochissimi personaggi in questo Graphic Novel, ma tutti agiscono in una doppia veste. Una è quella del presente e l’altra è quella del mito. Ecco dunque che la vecchia aiutante del dottore, Marta, diventa la giovane fanciulla avvenente Martha fornendo una guida a Silvia. E qui mi fermo per non rovinare la lettura di questa meravigliosa opera.

Dal punto di vista delle tecniche e dello stile, ambito che affronto con estrema umiltà sapendo di non sapere, sono tre i colori che regnano sovrani, il bianco, il nero e il rosso. La combinazione e l’equilibrio nell’uso di questi colori riesce a creare un’atmosfera claustrofobia fin dalla prima tavola. Anche i disegni che hanno a che fare con Icaro e che spesso sono ambientati in spazi aperti portano con loro una minaccia costante. Il tratto è ruvido, a volte ho avuto l’impressione che Fior avesse usato il carboncino in alcune tavole, ma in realtà è l’uso del pannello e il modo in cui ha steso il colore (e probabilmente il supporto ruvido, che danno quella sensazione.

Ogni volta che affronto un Graphic Novel mi rendo sempre più conto che chi scrive narrativa deve tenere ben presente anche questa forma di narrazione. Ci sono tavole, in quest’opera, capaci di commuovere (mi riferisco a Icaro che piange) o inquietare (basta un primo piano del dottore) con pochi tratti. Forse questo tipo di essenzialità può essere utile a plasmare lo stile di scrittura.

Manuele Fior ha vissuto a Berlino, Oslo e Parigi, di recente si è stabilito a Venezia. Artista di respiro internazionale, è uno dei disegnatori più apprezzati in Italia e all’estero. Collabora con le sue illustrazioni a riviste come “The New Yorker”, “Le Monde”, “Vanity Fair”, a quotidiani come “la Repubblica” e “Il Sole 24 Ore”, a case editrici come Feltrinelli, Einaudi, EL. Nel 2017 le ha raccolte e commentate ne L’ora dei miraggi (Oblomov Edizioni). Con il graphic novel Cinquemila chilometri al secondo ha vinto il premio Fauve d’Or come Miglior Album al Festival Internazionale di Angoulême 2011. L’intervista (2013) segna il suo esordio nel bianco e nero. Ha inoltre pubblicato Le variazioni d’Orsay (pubblicato per la prima volta nel 2015) e I giorni della merla (2016), raccolta di racconti brevi. Nel 2020 ha vinto il Premio Yellow Kid Autore dell’anno ai Lucca Comics Awards per Celestia (Oblomov Edizioni 2019-2020), pubblicato nel 2021 in edizione integrale. Nello stesso anno Oblomov ha pubblicato la nuova edizione de Le variazioni d’Orsay.

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