Home Inchiostro - Recensioni di libri indipendenti e non. L’ultima estate al Bagno Delfino – Claudio Panzavolta

Paratesto:

Su quella copertina mi ci potrei distendere, far finta di essere al mare, cullato magari dalle onde, sotto l’ombrellone verde della mia infanzia, con i bambini che spruzzano acqua e sabbia alti nel cielo e poi fare castelli vicino al bagnasciuga con l’acqua che lentamente li lambisce e se li porta poco a poco via con se.

Testo:

Come a poco a poco si cresce, non ce ne rendiamo conto, ma all’improvviso, ti guardi dietro le spalle e ti accorgi di tutta la vita che è accumulata dietro di te e ti chiedi quali istanti, più di altri, abbiano contribuito a farti diventare ciò che sei.
E il libro di Panzavolta sembra essere composto da questi ricordi indelebili. Quelle piccole tessere del mosaico senza le quali l’insieme non avrebbe più senso.
“L’ultima estate al Bagno Delfino” è un estate calda e tragica. Un’estate che toglie qualcosa nella vita di tutti i protagonisti. C’è chi deve rinunciare alla professione di tutta la vita e vendere lo stabilimento balneare, chi perde un’amico e chi perde l’innocenza.
Per come è strutturato il libro, con un rimando tra presente e passato, ci si accorge chiaramente che i piccoli protagonisti Daniele, Monica, Corrado, Fabio, sono fermi a quell’estate del 98 in cui qualcosa di troppo più grande di loro si è compiuto. E i sensi di colpa che li avvolgono li trascinano a terra sulla sabbia senza che possano procedere oltre con il pensiero.
Ho vissuto per più di trent’anni in una località di mare e posso dire senza ombra di dubbio che l’universo descritto da Panzavolta è tratteggiato perfettamente in tutti i suoi aspetti. Dall’eccitazione dell’inizio estate, alla desolazione della partenza. Dai pomeriggio infiniti passati a giocare con gli amici, al momento in cui si preferisce rimanere in città e non andare al mare con la propria famiglia. E’ una progressione che Panzavolta descrive senza fratture.

Sono emblematici soprattutto i capitoli che descrivono il presente. L’ultimo è datato Aprile 2014 in cui i personaggi, ormai adulti, si confrontano con l’estate del 98 cercando di comprendere come liberarsi dai sensi di colpa che gli hanno impedito di guardare avanti, di vivere nel presente e non in un passato afoso quanto può essere afoso un agosto a Marina.

“L’ultima estate al Bagno Delfino” non è un libro malinconico, “L’ultima estate al Bagno Delfino” è la malinconia fatta parola. E per come la vedo io, quando  un libro apre uno squarcio nel profondo della propria memoria siamo di fronte ad un libro che vale la pena di essere letto.

Coordinate:

Inizio con il dire due parole sulla casa editrice. Isbn Edizioni è una casa editrice di Milano che conosco molto bene per aver letto parecchio di quanto pubblicato da loro sia in ambito narrativo sia in ambito saggistico. A Torino avevano uno stand piccolino e io, nel mio immaginario, mi ero figurato uno stand mastodontico perché probabilmente, nella mia testa, facevo un’equazione molto basilare: tanta qualità=tanti metri quadrati.

caludio

Quella che spero avrete a breve tra le mani è l’opera prima di Claudio Panzavolta. Lo scrittore è dell’80 e di lui mi auguro sentiremo parlare ancora. Vi risparmio la fatica di cercare su Google e di fare una scoperta che sono sicuro vi farà dire: ma così non vale! (se non peggio). Panzavolta è l’editor della saggistica per ISBN edizioni. Ora, a tutti coloro che penseranno di trovare in Panzavolta un privilegiato dell’editoria in quanto lavorante già all’interno della casa editrice che l’ha pubblicato, chiederei di fermarsi un secondo, di rallentare le sinapsi e di far arrivare al cervello il fatto che una casa editrice, soprattutto se piccola, pubblica per vendere, pubblica per avere un utile. Quindi, nessuna casa editrice privilegerebbe un collaboratore interno se non fosse convinta dalla sua bontà letteraria. Io ho scoperto il mestiere di Panzavolta dopo aver letto il libro e sono convinto che l’opera sarebbe potuta essere pubblicata presso qualsisasi altra casa editrice. Poi siete liberi di fare dietrologia. Io sono un puro.

Un’ultima cosa veloce. Siccome la copertina mi è piaciuta da subito, ma più in generale mi è piaciuto il libro per come è stato confezionato, vorrei citare l’art director Alice Beniero e il grafico Fabio Montagnoli. Sono un po’ sprovvisto di conoscenza in materia, ma credo di aver rintracciato in questi due nomi i responsabili di quanto vedete dall’esterno.

Mentre, per quel che riguarda l’interno, oltre al già citato Panzavolta, ci sarebbe da nominare pure l’editor della narrativa italiana di ISBN edizioni: Linda Fava.

Commenti a questo post

Articoli simili

Leave a Comment