Luca Fausto Momblano – Uno zero

by Gianluigi Bodi
Luca Fausto Momblano

Conosco Luca da circa tre anni. Più o meno da quando Senzaudio ha  mosso i primi passi. Lui era una delle mie prime scelte quando ho dovuto comporre la squadra di collaboratori iniziale. Ma era un altro Senzaudio ed era un altro progetto. Ora credo che Luca difficilmente troverebbe posto come collaboratore, semplicemente perché nel frattempo qui ci siamo messi a parlare solo di libri e lui è bravo a parlar di calcio e di musica.
Ve lo dico perché sappiate che conosco l’autore di questo libro, che sia chiaro fin dall’inizio e non vi venga in mente che voglia nascondere questa conoscenza. Detto questo ho letto il suo libro.
Facciamo un passo indietro. Quando Luca scrive di calcio e di musica è tutto tranne che diretto. Per arrivare a capire cosa ha intenzione di dire è necessario farsi trasportare dalle sue infinite divagazioni e avere molta costanza. Ho sempre pensato che avrebbe dovuto scrivere qualcosa di diverso, diverso dai soliti articoli che possiamo leggere online. Sono lieto che lo abbia fatto.

Raimondo ha un bar emporio, uno di quei posti in cui oltre a gustarti un caffè hai la possibilità di trovarci il mondo, anche quelle cose assurde che altrove non compreresti mai, ma lì assumono un’aura ammaliante. Uno dei suoi migliori clienti è il vecchio Moka. Un uomo di cui non si sa praticamente nulla, che parla per enigmi e non si sbottona. Però questa è anche la storia di Saverio ed Enrique, tanto talentuoso nel calcio il secondo quanto fedele amico il primo. Un’amicizia che pare destinata ad andare di pari passo con la carriera calcistica di Enrique, già in odore di grandi squadre. Purtroppo però la vita raramente prende la strada migliore, più spesso siamo destinati a scappare dai fallimenti e dagli errori.
“Uno Zero” usa il pretesto di una storia a sfondo calcistico per narrare le vicissitudini umane di un gruppetto di persone. Il calcio è una sfumatura, poteva tranquillamente trattarsi di musica o di scrittura. Il vero protagonista non è il pallone, ma qualcuno che si siede al bancone del bar per ordinare un caffè.

Luca Fausto Momblano in “Uno zero” racconta una storia che lega il passato al presente, una storia malinconica, come tutte le storie che ci fanno guardare al passato seduti sul presente. E solo dopo che i ricordi si sono sedimentati riusciamo a scorgere la verità dietro a quella che sembrava una nebbia invalicabile. Scopriamo che chi se n’è andato per sempre forse non lo ha fatto di sua volontà, scopriamo che chi apparentemente vuole rubarci la nostra pace in realtà è lì per aiutarti e scopriamo che l’unico modo per lasciarci alle spalle la vita che abbiamo e non desideriamo è il trauma.

Quella di Luca Fausto Momblano è un’opera prima, una buona prova che non può che far ben sperare per le prossime avventure editoriali. Soprattuto, per quel che mi riguarda, vi ho trovato tra le righe, quell’esuberanza linguistica marchio di fabbrica.
Poi, essendo lui un amico non vi dirò di leggerlo, sarebbe intellettualmente sbagliato. Vi dirò di darci un’occhiata e di decidere da voi.

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