L’importanza di chiamarsi Buffa

by senzaudio

Non è un mistero. E’ un sogno. Una libidine. Col fiocco. Il segreto è messo in mostra, in evidenza, sotto gli occhi di tutti. Anzi, delle orecchie. La parola è la chiave, la radice del successo di Federico Buffa. Lui racconta, tu devi stare a sentire. E’ un affabulatore, ha il dono di rendere interessante la lettura del bugiardino dei medicinali.

Aldo Grasso ha definito il suo racconto su Arpad Weisz “la miglior trasmissione culturale dell’anno”. Cultura e sport, due aspetti della vita. Ecco, è sempre la vita la protagonista assoluta in Buffa. Agente di basket, negli anni Ottanta commentatore delle partite dell’Olimpia Milano. Qui conosce Flavio Tranquillo, il suo partner di sempre. A ruoli invertiti. Buffa prima voce, Tranquillo seconda. Si ritroveranno nel 1994, a Telepiù. Commentano le partite del basket universitario, poi la Nba. E’ un successo, sempre più grande. Sono la trasposizione nel mondo della pallacanestro della coppia Tommasi-Clerici. L’evoluzione, quasi. Il basket, quello americano di più, si presta perfettamente alla forma del racconto. A mescolare le storie. A fondere i contesti. A raccontare la vita dell’atleta. La vita della franchigia. Non solo schemi. Niente centimetri. Niente polemiche. Sport puro. Assoluto.

Per questo, Buffa non poteva funzionare nelle classiche trasmissioni calcistiche italiane. Altra stoffa. Altra musica. Eppure, lui è un grande appassionato di calcio. Tifoso del Milan, profondo conoscitore – come pochi altri – del football sudamericano. Per fortuna, Federico Ferri ha avuto una idea geniale. E se sfruttassimo le sue doti? La sua voce? La sua capacità di raccontare? Ed eccolo a raccontare la storia di Arpad Weisz. Un successo. L’ultimo, lo speciale su Platini.

Buffa è un giramondo. Ha studiato. Ha una cultura costruita a contatto con il mondo. Con le persone. Legge, si informa, studia, accumula conoscenze. E questo fa la differenza. Quando lo senti raccontare, sembra di toccare con mano la sua memoria. Non è spiattellata. E’ messa a servizio. Diverte. Fa divertire. Si istruisce. E istruisce. Peccato, non sentirlo più a commentare le partite di Nba. Migliaia di persone hanno perso un motivo per restare svegli la notte. Lo attendono i Mondiali in Brasile. Calcio, Sudamerica, cultura, sport, vita. Sarà un altro successo. E non si accettano scommesse.

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