Le cinque squadre del 2013

by senzaudio

1) Il Bayern Monaco: e chi se no? Campioni di tutto, nulla escluso. Pure della Coppa del Nonno. Una squadra moderna con Henckes, l’allenatore capace di esaltare le qualità dei suoi uomini con un gioco organizzato, solido e tecnico. Poi è arrivato Guardiola che per far capire a tutti di essere Guardiola si è inventato qualcosa. Nulla che passerà alla storia del calcio, ma la forza del Bayern è talmente devastante che tra un anno potremmo ritrovarci a descrivere le loro vittorie.

2)Guangzhou evergrande. Prima di googlare, un aiuto. L’allenatore è Marcello Lippi. Che è abituato a vincere, e lo ha fatto pure in Cina. Campione nazionale, vincitore della Champions League locale. Vincere è difficile a qualsiasi latitudine, conquistare trofei ovunque è una impresa. E Lippi sembra conoscere i trucchi per arrivare alla vittoria.

3) Atletico Madrid, il nano tra i giganti Real e Barcellona. Il terzo incomodo, la sorpresa che guida la Liga. La squadra allenata da Diego Simeone gioca un calcio organizzato e spettacolare, ha superato il trauma derivato dall’addio del proprio leader Falcao rilanciando quel David Villa scaricato dal Barcellona e scoprendo Diego Costa, il centravanti conteso da Spagna e Brasile. Prossimi rivali del Milan in Champions League, a guardare la classifica non c’è paragone, ma in Europa tutto può succedere.

4)Lo sa bene la Juventus. Regina in Italia, bocciata all’estero. Il 2013 è stato l’anno dei record per la squadra allenata di Conte. Gli acquisti di Tevez e Llorente hanno aumentato la qualità del gioco, l’esplosione del ventenne Pogba ha destato l’ammirazione di molti. Il segreto è tutto rinchiuso nel manico: Conte è la pietra angolare attorno cui è nato questo nuovo ciclo bianconero. Un martello, chiedere ai suoi giocatori.

5)Montepaschi Siena. Sette titoli consecutivi. Cinque Coppe Italia, sei Supercoppe. Basta altro? E’ la regina del basket italiano, indiscussa, una regina che rischia di perdere il proprio regno solo per la crisi che colpisce lo sponsor, quella munifica banca che ha ben altri problemi e si è trovata costretta a chiudere i rubinetti. Sono passati giocatori, allenatori (Pianigiani e Banchi), l’unico a essere rimasto al vertice è Minucci, autentico deus ex machina senese. E che sia attualmente prima con Crespi in panchina sorprende solo chi non ha visto una partita di basket in vita sua.

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