Recensione di Claudio Della Pietà
“Scrivendo, poi, mi sono ripresa il cielo, il sole, il vento e pure la pioggia.”
Mi perdonerà l’autrice, ma come proclama attraverso il titolo del suo nuovo libro “Le bugie non salvano nessuno”, comincio così questa recensione: “Non fate come me! Ho esitato un po’ prima di iniziare la lettura di questa storia e, me tapino, come diceva Zio Paperone, che ho esitato.
La storia che invito tanti altri a leggere, è fatta di amicizie, amicizie che avvolgono, che ascoltano, che sorreggono innanzitutto la protagonista. Monica Coppola con l’aiuto dei bravi Carlotta e Andrea, che con la loro Las Vegas edizioni pubblicano il romanzo nella collana “i jackpot”, ha strappato un affresco, un pezzo di storia da un muro e gli ha dato vita, dividendolo in quattro parti come uno di quei puzzle per i bimbi piccoli: Vuoto – Varco – Fotografie – Bugie.
Io, dopo averlo letto, ne ho ricavato quattro atteggiamenti, che emergono chiari dalle medesime parti: Rabbia – Coraggio – Fiducia – Speranza.
Siamo a Torino, a casa di un operaio della Fiat, sposato e padre di un figlio, Enzo, e di una figlia, Anna. La situazione di partenza risponde con semplicità alle tre domande base “chi, dove, quando”, ma titolo, immagine di copertina e sottotitolo, lasciano intravedere eventi significativi. Posso dire che il sottotitolo “Siamo i nostri legami. Anche quando si sciolgono”, dice addirittura molto di più del titolo stesso. Appare chiaro e lo diventerà sempre di più pagina dopo pagina, che le bugie rappresentano il tesoro da scoprire durante un caccia in città, ma tutto avverrà nell’intreccio di legami personali forti, saldi, a cui si dà credito. Anna, protagonista principale della storia, è legata a doppio filo ai membri della sua famiglia, in modo diverso ovviamente, ma a tutti, e in fondo anche alla madre. In fondo. Perché in superficie è sempre arrabbiata, la “rabbia”, verso tutto e tutti, è la sua compagna perenne, e si esprime al meglio quando si parla di sua suocera. Niente di strano secondo i canoni più diffusi, ma tutto questo pesa nella vita di Anna bambina, che cresce o vorrebbe crescere, entusiasta, amante della vita come le sue amiche e i suoi amici, che abbraccia la luce delle novità e delle diversità, negli incontri con i genitori delle altre famiglie, che vede il suo futuro venirle incontro.
“In quei momenti pensavo di far parte anche io di una famiglia normale come quella di Francesco.”
Anna adora il fratello Enzo. Enzo è il suo faro, il suo scudo, la sua salvezza, ma all’apice del suo rapporto con lui e le sue amicizie più grandi, succede l’imprevedibile. Enzo sparisce, ma ciò che è più duro da sopportare per Anna è che i suoi genitori non le dicono nulla. Ma nemmeno gli amici le sono molto di aiuto, anzi, anche Francesco che sembrava aver preso il posto di angelo custode di Enzo, dopo non molto tempo, per questioni familiari si trasferisce in un altro luogo. E non finisce qui.
Ma Anna ha “Coraggio” da vendere, come le mutande e le calze al mercato con sua madre. Anna non si piange addosso e la terza parte del libro ce la mostra ricominciando da zero la sua storia, come se lei stessa avesse chiesto all’autrice di darle una seconda possibilità. Anna non ha paura, Anna vuole capire, Anna cerca, incontra, parla guarda molto attentamente e intanto continua a crescere, acquistando sempre più “Fiducia” in se stessa.
E siamo all’ultima parola che ho individuato come rappresentativa di questa storia. La parola è “Speranza”. Ho chiesto più volte a me stesso se fosse quella giusta, e non ne ho trovata altra. La forza di Anna, la voglia di Anna di sbrogliare una sorta di matassa ingarbugliata per godere di vera libertà, di legami che non imprigionano ma che rimangono veri, forti e fecondi, anche quando si sciolgono, per me è speranza. E speranza è futuro. La nostra storia rimarrà sempre nostra, ma viene il tempo di prendere il largo, di andare, di liberarci anche di legami importanti che però non muoiono, oppure di liberarci di quelli che stringono forte, ma non per amore.
Con una scrittura essenziale, e con rimandi ad una scrittrice che dirò solo a Monica, così lascio ai futuri lettori la voglia di rintracciarla tra le righe, questo nuovo libro mi fa conoscere una persona evidentemente molto attenta alla quotidianità presente, a quella normalità diffusa che cela scrigni pieni di dettagli preziosi da portare alla luce. Complimenti a Monica Coppola, e buona lettura a tutti.
“In tutti quegli anni, a fasi alterne, mi ero messa addosso pezzi di ciascuno, per proteggermi, ma indossando sempre quella che non ero avevo smarrito la mia autenticità.”
Claudio Della Pietà.