Jaan Kross – La congiura

by Gianluigi Bodi

Non è molto ortodosso partire così, ma l’idea che Jaan Kross sia morto senza che gli abbia potuto dire quanto abbia trovato meraviglioso questo libro mi fa arrabbiare parecchio (la mia maestra delle elementari mi diceva che erano i cani che si arrabbiavano, ma a quasi quarant’anni posso anche fregarmene). Certo, a lui, del mio parere, non gliene sarebbe fregato poi molto.

“La congiura” è un libro che raccoglie tre racconti di Jaan Kross. Utilizzando l’alter ego chiamato Peeter Mirk, scrittore dissidente, Kross ci mette davanti agli occhi lo spettro della seconda guerra mondiale vissuta dagli Estoni. Una sorta di ombra lunga e tenebrosa che lentamente avvolge i cieli estoni e oscura il presente e il futuro.
L’argomento “nazismo” è usato e spesso abusato. C’è l’idea che basti dare ad una storia un contesto storico così atroce per riuscire a trasmettere emozioni forti. Qualcosa che tocchi il lettore. Ed invece non è così. Nei racconti di Kross lo spettro del nazismo è una presenza lontana, annunciata dal piano di Hitler di far rientrare tutti i tedeschi/estoni in Germania, prima che le cose diventino troppo bollenti.
E’ in quel rientro o non rientro che risiede la potenza di Kross. Scegliere di andarsene in Germania significa soccombere ad un potere che sovrasta tutto e tutti. Smettere di lottare. Rimanere in Estonia può significare la morte, perché prima o poi busseranno alla tua porta e non avranno intenzioni pacifiche.
Il trittico di racconti di Kross va letto quasi come un’opera unica. Aldilà del protagonista comune, i tre racconti danno una scansione temporale di ciò che sta avvenendo in Europa in quegli istanti. Dagli inizi nefasti dell’esodo “La ferita”, alla fuga degli intellettuali “La grammatica di Stahl”, fino alla prigionia assurda “La congiura”.
E poi c’è la scritttura, quell’entità immateriale che rende una storia, una grande storia. Quella di Kross è poetica, essendo lui anche poeta, si nota la perfezione nella scelta delle parole, si arriva ad avere la sensazione che ogni parola usata sia esattamente nel posto per cui è nata. “La congiura” è una costruzione artistica di grande pregio, un libro che dovrebbe essere letto, dovrebbe essere conosciuto.

Con questo libro Iperborea inaugura la nuova svolta grafica. Non credo avrebbero potuto iniziare da qualcosa di migliore. Anche se, a dire il vero, anche le uscite successive a questa hanno la stessa alta qualità. La grafica in questione è meravigliosa. Sono gusti personali, certo, ma il fatto che siano riusciti a dar vita ad una nuova grafica mantenendo inalterata l’essenza della precedente è davvero un bel colpo.

Jaan Kross (1920-2007), poeta e romanziere, è il più conosciuto e acclamato scrittore estone, nominato più volte per il Premio Nobel. Il suo romanzo Il pazzo dello zar è stato tradotto in venti lingue. La maggior parte delle sue opere riflettono la travagliata storia dell’Estonia nel XX secolo, contesa tra la Germania e la Russia. Kross stesso, da giovane intellettuale, ha conosciuto prima le prigioni naziste e poi i gulag siberiani.

Della traduzione si è occupato Giorgio Pieretto. Considerando la natura altamente poetica dello stile di Kross credo che il compito di Pieretto non sia stato dei più facili. La facilità con cui sono riuscito ad immergermi nei tre racconti di “La congiura” mi fa dire che il risultato raggiunto dal traduttore è estremamente positivo.

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