Home Inchiostro - Recensioni di libri indipendenti e non. “Il Politico” di Pee Gee Daniel

Devo fare una doverosa premessa: il libro di cui sto parlando me lo ha inviato direttamente il suo autore. Ovviamente, cercherò di non far passare questo post per una marchetta perché considererei la cosa offensiva nei vostri confronti e, soprattutto, nei confronti dell’autore che, immagino, in cuor suo abbia bisogno di un parere sul suo operato.

Tolto questo peso dalla coscienza passo alle cose concrete. Il libro si chiama “Il Politico” è edito dalla piccola casa editrice “Edizioni Golena” e ha per autore una persona che utilizza lo pseudonimo di “Pee Gee Daniel” e che in realtà risponde al nome di Pierluigi Straneo.

peegee

Ho letto il libro con l’attenzione che va dedicata ad un autore esordiente (anche se in realtà Pee Gee Daniel ha altri titoli alle spalle), perché trovo che sia un privilegio poter entrare nella vita artistica di un autore nelle prime fasi della sua carriera. Si possono osservare le basi di quella che, ci auguriamo tutti, diventi una carriera proficua. E non si tratta di guadagnarsi il diritto di poter dire un giorno: io lo leggevo quando ancora non era famoso. E’ puro e semplice rispetto per la letteratura. L’idea che, in fin dei conti, se non leggiamo scrittori esordienti, come mai potranno trovarsi uno spazio nel mondo.

“Il Politico” percorre la vita di “Mangiamerda”, all’inizio bambino, inquadrato mentre sevizia un insetto senza mostrare la minima emozione, accompagnato mentre percorre a stendo gli anni scolastici e, increduli testimoni della sua ascesa all’interno del “Movimento”. Quest’ultimo è descritto come un partito politico formato da persone comuni, prive di istruzione e accumunate dalla rabbia per il diverso. A voi fare eventuali raccordi con il reale presente.
Questa in soldoni la trama.

Il giudizio che do io del libro non è totalmente positivo. Si ha l’impressione che manchi una certa omogeneità e che il libro inizi con un tono per continuare con un altro. In particolar modo, l’autore ha un evidente gusto per la ricercatezza delle parole che però abbandona dopo qualche pagina. L’impressione è che nell’abbandonarla compia un salto in avanti stilistico. Mentre all’inizio il lettore viene quasi obbligato a soffermarsi su alcune scelte linguistiche, successivamente si lascia trasportare dal flusso delle parole.
Il secondo punto critico, a sentir me, sta nelle ripetizioni di alcuni concetti legati principalmente al protagonista. Viene fin da subito reso evidente che “Mangiamerda” è totalmente primo di emozioni, compie delle azioni non perché deve o perché vuole, bensì perché può e in quel momento pare l’unica scelta che ha. Pee Gee ripropone questo concetto fin troppo spesso al punto che sembra voglia colmare troppo gli spazi vuoti nel timore che il lettore non riesca a riempirli con il suo intelletto.
Messa così sembrerebbe che il libro sia da buttare, da non leggere. Ed invece al libro va data una possibilità. Dietro a quelli che io considero errori di gioventù c’è della materia viva che deve solo prendere forma. Sono convinto che l’autore lavorerà alacremente sulle sue prossime creazioni per trovare l’equilibrio che al momento mi pare manchi. Inoltre, è certo, quel che io reputo essere un difetto per voi potrebbe essere il pregio che cercate nella letteratura.
Mi arrogo il diritto di poter dare un consiglio a Pee Gee Daniel, un consiglio molto banale di cui forse non se ne farà nulla: Show, don’t tell.

Ho un Post Scriptum da inserire. L’autore del libro non è d’accordo con questa mia visione del suo lavoro. Abbiamo avuto un cordiale scambio di opinioni ed entrambi siamo rimasti sulle nostre posizioni. Ho la presunzione di poter dire di aver dato un parere personale e soggettivo, ma ho anche la certezza di non essere un critico di professione, bensì un lettore. Per cui, la cosa più intelligente che posso dire per chiudere la questione è: leggete il libro e decidete voi stessi.

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