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Il giornalismo sportivo che non è più sportivo.

by senzaudio

Nelle settimane di vacanze natalizie mi è capitato di rivedere in televisione una vecchia puntata di Novantesimo Minuto. Era il 1984, Paolo Valenti in conduzione, gli inviati dal campo, i servizi per mostrare agli italiani i gol. La nostalgia per quel calcio, per quel mondo non trova in me uno dei più grandi protagonisti. Il tempo passa, la tecnologia compie progressi inauditi. Mi manca però un certo modo di concepire il giornalismo sportivo. A quei tempi non mancavano le polemiche, un gol annullato in una partita decisiva poteva diventare argomento di divisione e discussione per settimane alimentando le conversazioni al bar. Non trovavano però così grande spazio sui giornali, i media non alimentavano e soffiavano sul fuoco. All’epoca i giornalisti erano tifosi. Lo sono anche ora, solo che attualmente si è persa quasi completamente la dignità del mestiere. Non ho problemi a sapere che chi segue la Juventus per lavoro è un appassionato o affezionato juventino, mi aspetto che svolga il proprio mestiere rispettando le più elementari regole del giornalismo.

E invece succede raramente: provate a seguire una trasmissione, un notiziario sportivo. Prendete tra le mani le edizioni dei tre quotidiani sportivi, sfogliate le pagine dello sport di qualsiasi giornale politico. Ognuno ha il proprio pubblico di riferimento, scrive e si comporta pensando ad accontentare gli istinti più bassi delle persone. Una volta, semplicemente, c’era più spazio per le squadre della zona. Ora non più, ora si è faziosi. E il giornalismo sportivo si è trasformato in una unica fanzine per provare a vendere di più. Peccato che così si tolga dignità al proprio mestiere e chi vuole ascoltare una trasmissione, sentire delle riflessioni, leggere argomentazioni e analisi non ha altre alternative: spegnere la tv, non comprare il giornale, lasciarlo abbandonato al bar. E chi dovrebbe ribellarsi, gli stessi giornalisti, lasciano che questo accada non capendo che la perdita di prestigio e di autorevolezza ha già investito pure i più bravi: evidentemente conta maggiormente guardare il conto in banca a fine mese.

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