Il buonismo banale di Fabio Fazio

by senzaudio

Non mi piace parlare di televisione, trovo che parlare di televisione sia un mestiere, e non è il mio. Oggi però tento di riflettere ed esprimere un’opinione su un programma televisivo “intoccabile” per uno zoccolo di italiani: Che tempo che fa, di Fabio Fazio. Vorrei capire perché secondo molti è considerato uno dei punti fermi – o di arrivo – della televisione italiana. Vorrei capire perché per uno scrittore (o personaggio pubblico) l’intervista di Fazio significhi molto, magari grazie anche all’aiuto di chi ne sa più di me. E non menzionatemi l’auditel, non vale.

Premetto che non sono un estimatore di Fazio né uno che ce l’ha con lui per un qualche motivo, sono cresciuto con il Fazio che conduceva Quelli che il calcio, quando aveva i riccioli, per intenderci. Mi sembra passata un’eternità. Oggi quel Fazio che passava da un campo all’altro conduce un programma pseudo intellettuale che parla di libri, attualità e politica alternando ospiti “illustri” che per caso si trovano a passare da quelle parti quando hanno qualcosa che sta per uscire: libro, film, manovra di governo.

Alcuni lo hanno anche definito il Letterman italiano, Fazio. Cose che fanno molto ridere, seppure non ami particolarmente lo show americano che trovo più finto di un libro sui vampiri. Però almeno sono ironici, gli americani.
Che tempo che fa di Fabio Fazio è un programma molto, molto noioso, non può essere paragonato allo show dell’anchorman americano, secondo il mio modesto parere. Viene considerato un programma “intellettuale” – lo dicono gli addetti ai lavori eh – per il semplice fatto che va in onda su una rete – Raitre – che fa tendenzialmente programmi che parlano di libri, politica e attualità con un tono così…  intellettuale. Proprio così.

Ma non sempre Che tempo che fa di Fazio parla di cultura, sabato scorso per esempio c’era ospite Enrico Brignano. Sì, adesso in molti potrebbero dire che era lì a presentare il suo libro, e ogni cosa su carta è cultura, e io potrei rispondere: ah, già, ma anche no. Ho seguito l’intervista solo per alcuni minuti poi ho spento. Ho spento perché non ce l’ho fatta a guardare la solita intervista marketta tra amici. Perché una cosa che odio molto – e che da Fazio capita in 8 ospiti su 10 – è quando il conduttore si comporta con l’intervistato amico come se fosse nel suo salotto di casa. Ma dico io: chiamatevi, scrivetevi, uscite insieme, insomma chissenefrega.

Che tempo che fa è un programma buonista. Il presentatore ligure raramente fa domande scomode e viaggia su un tono molto basso, (tranne nello spazio dedicato a Luciana Littizzetto). No, le introduzioni di Filippa Lagerback non valgono. Il buonismo però molte volte rischia di diventare irritante. Nel caso di Fazio capita spesso. Le sue interviste non parlano di niente, sono vuote e spesso anche ipocrite. Il suo programma secondo alcuni critici televisivi – ma anche non – è poco interessante e non racconta niente che non si può trovare su Wikipedia o su qualche blog. Però, come scritto in apertura, viene considerato una vetrina importante, la più. Allora mi chiedo: perché? Perché forse la televisione italiana è tendenzialmente trash? Perché in una stanza in cui sono presenti: Barbara D’Urso, la Panicucci, Ezio Greggio e Giletti lui è il meno peggio? Perché è su Raitre? Perché un programma che parla di libri è senza dubbio meglio di un altro che parla di calcio?

Illuminatemi, aiutatemi a capire, ma ripeto: non menzionatemi l’auditel, sebbene i numeri muovono il mondo. Vorrei qualcosa di più, vorrei capire con qualche concetto quali sono i segreti di un programma di successo, magari domani ne metto su uno.

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3 comments

Gilda 12 Novembre 2013 - 11:12

Considero Fabio Fazio una persona molto intelligente, la più, in un contesto televisivo pessimo, però sono anche d’accordo con quello che hai scritto ovvero la noiosità del suo programma, ormai diventato un salotto buono della televisione, dove amici e finti ospiti strapagati fanno la loro marketta. Non ho la ricetta al successo, credo dipenda molto dai pareri buonisti e ruffiani di chi è spesso suo ospite.

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Vincenzo 12 Novembre 2013 - 16:29

Finalmente qualcuno che dice le cose come stanno senza fronzoli. Fabio Fazio e la sua compagnia sono falsi, pieni di frasi fatte e pubblicità spacciata per cultura. Invita sempre e solo i suoi amici per parlare di niente, senza parlare della faziosità politica che ormai neanche mi sorprende più.
Il segreto del successo? Lo stesso per cui Fabio Volo e Gramellini sono best seller: l’Italia.

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Ingmar 25 Agosto 2018 - 3:56

Non mi ha mai entusiasmato Fazio, ma buonismo è diventato una parola inflazionata. Lui un bersaglio facile di retoriche antistatali. Ritengo spesso ci siano eccessivi dislivelli di paga, nel pubblico e ancora di più nel privato. Si dirà che col privato devono tornare i conti. Beh nel pressapochismo non si tiene conto che il programma di Fazio comunque rientra delle spese, poichè c’è anche una raccolta pubblicitaria, i cui spazi sono molto quotati.

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