Erano anni che non poggiavo gli occhi su un libro di Henry James e mi rendo conto che questo è un autore che viene spesso dimenticato quando vengono citati i grandi della letteratura. Henry James, oltre ad avere scritto libri meravigliosi, ha portato avanti per tutta la sua carriera uno studio sistematico dell’arte di narrare, uno studio che molto spesso si può trovare già nelle prefazioni che scriveva ai suoi libri. Corrimano Edizioni, che già conoscevo, ha fatto molto bene a dare alle stampe questo piccolo volume che raccoglie tre racconti dello scrittore americano: Brooksmith, La vita privata e Il castello di Fordham.
Sono tre racconti perfetti in cui lo scrittore, con una capacità che ha dell’alieno, riesce a penetrare nei meccanismi della coscienza umana mettendoli a nudo. Già nel primo dei tre racconti “Brooksmith” la presenza di un padrone di casa affabile e ospitale, capace di raccogliere accanto a sé un gruppo di persone in un’atmosfera che ha del magico, dà allo scrittore la possibilità di indagare le relazioni tra gli esseri umani. Qui, in particolare, tra il padrone di casa e il suo uomo tuttofare, una persona che, alla morte del padrone, intraprende una spirale che lo porta all’autodistruzione.
C’è, almeno inizialmente, una predisposizione per gli spazi chiusi, raccolti; quegli spazi che contribuiscono a mettere le persone una accanto all’altra e che favoriscono gli intrecci che potrebbero sfociare in grandi amicizie o in grandi tragedie. E in tutti questi ambienti è forte la presenza di un narratore osservatore che sembra quasi sia lì per prendere appunti mentre studia con stupore e abnegazione i comportamenti sociali della sua stessa stirpe.
In “Le vite private” mi ha colpito molto la grandezza di Henry James, la sua capacità di esplorare ambiti ristretti della vita umana, spesso anche solo un episodio dilatato nel tempo, ma di riuscire a regalare un ritratto generale dell’animo umano in tutta la sua tragica bellezza.
Un altro aspetto significativo dell’opera è che sembra sia stata scritta fuori dal tempo. O meglio. Sembra che sia stata scritta in un tempo che comprende presente, passato e futuro. Le storie raccontate in questo volume, pur avendo un’aura che che ricorda i grandi classici del passato hanno in sé un nucleo che le porta ad essere attuali ora come probabilmente tra cento anni. L’indagine sull’animo umano che Henry James porta avanti con perizia consegna al lettore delle sfumature che non sono valide solo per il momento in cui questi racconti sono usciti per la prima volta, ma che sono attuali anche adesso, sono “moderne”. James ci mette davanti al fatto che nonostante il progresso di abbia portato ad anni luce di distanza dalla sua epoca, il nucleo degli esseri umani non cambiato poi molto.
Postfazione di Fabrizio Coscia.
Traduzione di Giuseppe del Core per “Brooksmith” e “Le vite private”.
Traduzione di Giuseppe del Core e di Luciana Valenzano per “Il castello di Fordham”.