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Ermanno Cavazzoni – La madre assassina

by Gianluigi Bodi
Ermanno Cavazzoni

Se affronterete la lettura de “La madre assassina” di Ermanno Cavazzoni, pubblicato da poco da La Nave di Teseo, vi dovrete completamente abbandonare all’assurdo e al delizioso delirio. Un piccolo libro che è un compendio di paranoia, gelosia, rapporti malsani e qualsiasi altra sfumatura di grigio vi venga in mente.

Strizza gli occhi a Kafka Ermanno Cavazzoni. L’incipit segna subito il passo.

Dopo una notte turbata e cancellata dalla memoria, si era svegliato che non era più lui.

Ed è da qui che Pacini Andrea inizia la sua personale indagine, un’indagine che fa virare “La madre assassina” verso il genere d’indagine, ma che rimane comunque sempre all’interno di un quadrilatero così definito.

Il primo lato è dedicato all’assurdità dei personaggi, non solo quella di Andrea, ma anche della madre, del ragioniere amante, del gatto spelacchiato, degli altri abitanti del condominio. I dialoghi sembrano una scala che porta ancora più giù verso il regno dell’assurdo e dell’illogico.

Il secondo lato è la trama. Questa indagine ben orchestrata che Andrea Pacini porta avanti per scoprire chi, tra tutti, lo ha ucciso e, di notte, lo ha sostituito con una copia perfettamente uguale sia nel fisico che nei ricordi (non si tratta di uno spoiler, è tutto già presente nella terza riga).

Il terzo lato è lo stile di Ermanno Cavazzoni, uno stile che è ben conosciuto dagli estimatori di questo scrittore. Un linguaggio che rende tutto verosimile, che instilla nelle nostre menti il dubbio che anche la più incredibile e improbabile ipotesi fornita da Pacini sia, in realtà, la più plausibile. Scritta in questo modo anche la più idiota delle teorie cospirazionististe potrebbe iniziare ad avere senso.

L’ultimo lato è l’atmosfera. Qualcosa che nasce dall’incrocio dei tre lati precedenti e che dona a questo libro uno spirito irreale, un’inquietudine di fondo che, pagina dopo pagina, ci assale, perché mano a mano che procediamo con la lettura ci chiediamo: e se Pacini Andrea, una notte, fosse stato ucciso e sostituito da una copia identica a lui nel fisico e nei ricordi? E se fosse capitato anche a noi?

“La madre assassina” è una lettura davvero particolare, che accompagna il lettore incuriosendolo sempre di più, facendogli formulare teorie su teorie per giustificare quello che apparentemente sembra un delirio senza alcun senso.

Ermanno Cavazzoni, nato a Reggio Emilia, vive a Bologna. È autore di vari libri di narrativa: Le tentazioni di Girolamo (1991), I sette cuori (1992), Le leggende dei santi (1993), Vite brevi di idioti (1994), Cirenaica (1999, riedito come La valle dei ladri, 2014), Gli scrittori inutili (2002), Storia naturale dei giganti (2007), Il limbo delle fantasticazioni (2009), Guida agli animali fantastici (2011), Il pensatore solitario (2015), Gli eremiti del deserto (2016). Per La nave di Teseo ha pubblicato La galassia dei dementi (2018), vincitore del Premio Campiello – selezione Giuria dei Letterati, e Storie vere e verissime (2019) e Il poema dei lunatici (nuova edizione 2020) È stato, con Gianni Celati e altri, ideatore e curatore della rivista “Il semplice”.

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