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Consigli per diventare uno scrittore di successo – La scelta del titolo

by senzaudio

Penna d'ocaEcco a voi la seconda puntata della rubrica: Consigli per diventare uno scrittore di successo.
Per chi non l’avesse letta, ecco a voi la prima puntata.
Ma prima, lasciate che ringrazi le migliaia di persone che mi hanno scritto per rappresentarmi i loro complimenti per la rubrica. Onestamente non credevo che un tema così di nicchia potesse scatenare l’interesse di così tante persone. Grazie mille anche a quegli utenti, pochi in verità, che hanno voluto contribuire all’argomento mandandomi critiche, suggerimenti e velate (e non) minacce di morte.
Fatta questa doverosa introduzione passiamo al tema caldo della rubrica.
Mi scrive un tale Giacomo da Pisa chiedendomi: Come faccio a diventare uno scrittore di successo? In giro ci sono un sacco di manuali di scrittura più o meno creativa, ma a me non interessa saper scrivere, io voglio diventare uno scrittore che vende tanto e portarmi a casa un mucchio di soldi.
Oh, mio buon lettore, lei ha raggiunto in un sol colpo il cuore della questione che andiamo affrontando in questa rubrica. Se avete letto la prima puntata della rubrica saprete già che un buon modo di partire è quello di essere già famosi in qualche campo. Se non possedete questo requisito non vi dovete perdere d’animo. Ci sono altre strade adatte a voi.
Il consiglio che vi do oggi è il seguente: Scegliete un titolo che ne ricordi un altro e/o lo prenda in giro.
A nessuno di voi sarà sfuggito il grande successo della trilogia “Cinquanta sfumature di grigio/nero/ rosso”. Orbene, perché non cavalcare anche voi l’onda di tanto improvviso successo?
Il titolo citato era puramente esemplificativo, infatti è già stato utilizzato proprio a questo scopo, qualcuno ha pubblicato “Cinquanta sfumature di Gigio” e tutta un’altra serie di libri che come titolo prendono spunto dai tre Bestseller della James.
Ma quanti titoli là fuori possono prestarsi al nostro scopo? Numerosi, pure troppi.
Dan Brown ha appena pubblicato “Inferno” e siamo certi che è destinato a diventare un successo pari a quelli precedenti. Allora voi, mettendovi in scia potreste uscirvene con un “I segreti dietro Inferno” oppure “Interno” oppure “Infermo”, magari fatevi aiutare da un grafico. Fategli creare una copertina che ricordi in maniera marcata quella del libro da cui prendete spunto. Al posto del Dante in copertina, metteteci Virgilio, oppure, fateci mettere la vostra foto così la gente vi riconoscerà per strada e, senza sapere perché, vi chiederà un autografo.
A scanso di equivoci, non è importante che diventiate esperti in pratiche di sesso estremo o che vi facciate una cultura su Dante e il suo Poema. Il titolo può essere semplicemente uno specchietto per le allodole. Se vi è venuta voglia di pubblicare “Il signore dei porcelli”, non è necessario che sia un Fantasy e magari non è detto nemmeno che debba essere un trattato sull’allevamento dei maiali. Potrebbe benissimo essere un saggio politico. Se pubblicate “Terry Potter e la maledizione del povero pirla”, non è detto che dentro ci debbano essere maghi, incantesimi e folletti, basterebbe anche che ci fosse un povero pirla e in quel caso vi consiglierei di scegliere l’autobiografia come genere.
Il fatto è che molto spesso chi compra libri lo fa perché ne ha già letto uno che gli è piaciuto e vuole seguire quel filone. Fateci caso. Se esce un libro e diventa un bestseller, dopo un mese inizieranno ad uscire tutta una serie di libri dalla copertina quasi uguale, con lo stesso font per il titolo, con un titolo che richiama o fa la parodia dell’originale. Funziona così. Sui titoli di Moccia un’intera generazione di scrittori ci hanno fatto i soldi, sulle copertine della Kinsella, pure.
Quindi, spremetevi le meningi, andate in una libreria (luogo dove vendono i libri), cercate tra le novità quello che vi ispira di più, quello che l’istinto vi dirà essere il nuovo fenomeno editoriale, tornatevene a casa e buttate giù una lista di 5 titoli usando il criterio che vi ho spiegato. Poi leggeteli agli amici, se ne avete, o ai parenti, se ancora non vi hanno abbandonato e scegliete quello che suona meglio a tutti.
A questo punto è fatta, siete già a metà dell’opera.
Nelle prossime puntate vi spiegherò come continuare per la buona strada.

Commenti a questo post

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1 comment

pdb 22 Maggio 2013 - 14:41

Gentilissimo,
sono il cugino di Giacomo da Pisa.
Trovo questa rubrica molto interessante, ancorche’ curiosa.
Mi chiedevo quali fossero le linee guida nella rielaborazione del titolo del libro di successo. Esemplifico.
Avrei l’ardire di prendere La Divina Commedia per scrivere un saggio di 863 pagine sulla situazione economica mondiale.
Sarei pero’ indeciso se intitolarlo “La Divina Tragedia” o piu’ prosaicamente “La Truculenta Commedia”.
Temo che questa scelta sia decisiva per il successo editoriale dell’opera.
Quali suggerimenti puo’ ritenere di dovermi dare?

Un Cordiale saluto,
Paolo da Venezia

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