Home Inchiostro Fresco - Recensioni di libri letti da Gianluigi Bodi Claudia Durastanti – Cleopatra va in prigione

Claudia Durastanti – Cleopatra va in prigione

by Gianluigi Bodi
Claudia Durastanti, Cleopatra va in prigione, romanzo, Minimum Fax,

A me sembra di esserci stato in quella stazione, quella copertina mi sembra familiare. Ho creduto di essermi seduto su quella panchina di marmo e di aver aspettato un treno che mi portasse altrove. Aspettato invano.

Cleopatra va in prigione” di Claudia Durastanti racconta la storia di Caterina, un po’ ballerina e un po’ spogliarellista, un po’ in balia del fiume e un po’ consapevole dei propri movimenti, un po’ fragile come le sue ossa e un po’ tosta. Caterina sono io e sei tu e forse è anche la scrittrice, Caterina è in ognuno di noi e noi prestiamo a lei qualcosa di noi stessi. E’ così che funziona. Ha un fidanzato in prigione, si vede con uno dei poliziotti che lo ha arrestato, ha un padre fuggito da Roma dopo aver trascorso un soggiorno a Rebibbia per adescamento di minore e una madre che fa parole incrociate e s’incazza se qualcuno gliele tocca. Caterina è se stessa ed è anche il luogo su cui si muove con passi da ballerina. Caterina è la periferia piena di persone che arrancano, si sbattono per arrivare a fine mese, si spremono il cervello per capire chi sono e cosa devono fare della propria vita. Di Caterina ci si può innamorare perché, in fin dei conti ci assomiglia.

Quel continuo entrare ed uscire, quel passare da un “io” ad un “lei”, quella chiusa finale che toglie il respiro. Questo libro è un continuo cambio di ritmo. Strappi e allunghi. Una telecamera che si allontana da Caterina e ce la mostra nell’ambiente dove vive e una voce che esce da lei e ci insegna cosa prova.
Claudia Durastanti è padrona di ciò che scrive. Possiede la storia, possiede il ritmo e la tecnica. “Cleopatra va in prigione” non è l’ennesima storia di una ragazza sfortunata della periferia. Caterina è viva e cammina tra noi, è vera, ed essere veri al giorno d’oggi è controproducente. Caterina è se stessa anche quando mente, è se stessa anche quando vorrebbe che il padre la guardasse con un occhio diverso. Perché anche lei, come tutti, è in cerca di approvazione dalle persone che ama.
Caterina cammina sulle torbide e agitate acque.

Fare classifiche è un passatempo. L’anno sta per finire e pare che le case editrici stiano sparando alcuni dei colpi migliori ora che ci avviciniamo di gran carriera al Natale. Il 2016 sarà stato un bell’anno di letture anche grazie a “Caterina va in prigione”. L’ho iniziato con curiosità e finito con soddisfazione. L’ho consigliato già a chi so che piacerà perché non c’è miglior cosa che passare agli altri la bellezza.

Scrivere una recensione su un libro che è piaciuto molto è estremamente difficile. Io ho sempre il timore di non aver detto tutto quello che mi passava per la testa mentre leggevo, ho il timore di aver interpretato male, di aver amato il libro per le ragioni sbagliate e di non aver fatto un buon servizio all’opera. Se così fosse mi scuso con l’autrice. Ho agito con le migliori intenzioni.

Quando leggo libri come questo mi ricordo perché venti anni fa mi innamorai di Minimum Fax.

Claudia Durastanti (Brooklyn, 1984) è scrittrice e traduttrice. Ha pubblicato per Marsilio due romanzi, Un giorno verrò a lanciare sassi alla tua finestra (2010) e A Chloe, per le ragioni sbagliate (2013). Si occupa di libri per diverse testate. Vive a Londra.

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