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Raccontami una foto

Una foto che ha fatto storia, una foto d’autore, una foto famosa, una foto che ha fatto parlare di sé. Una foto Senzaudio.

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EXPLOSION – FLOTO + WARNER

by senzaudio
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In principio vi fu un’esplosione; con un’esplosione si creò  il mondo e con una esplosione sussultoria si genera la vita della donna e dell’uomo. La risata: un’esplosione, lo starnuto: un’esplosione, il pianto, l’urlo dirompente, il dolore estasiante, tutto ciò prende le forme dell’incontenibile, di ciò che è troppo per essere trattenuto o che, per troppo trattenuto, si palesa in una epifania smisurata ed immisurabile.

Anche in questa foto firmata floto+warner (Jeremy Floto & Cassandra Warner) c’è un’esplosione ed è dolore e gioia,  rumore sordo e carezza gentile ma, soprattutto, un colore e un movimento pulito, ottenuto, incredibilmente, senza l’aiuto di photoshop.

flotowarner.com

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Quelli come Yusuke Sakai

by senzaudio
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Pelle animali

Ho sempre nutrito una tenera stima per gli amanti del puzzle, la pazienza e la caparbia necessarie per trovare l’incastro perfetto delle cose è un’arte che non si può comprare.

Ho sempre ammirato tutti quelli che «Un tassello  non ha alcun significato se non quello che assume contestualizzandolo», oppure  «un individuo  senza la sua controparte è solo  una metà.». Ho invidiato poi chi se ne infischia del quadro generale sciogliendosi per un minimo particolare.

Più di qualsiasi altro  però  ho amato quelli con un doppio occhio, uno per vedere  vicino e  l’altro per vedere lontano, uno che ti mostra la goccia, l’altro che ti mostra l’oceano, più di qualsiasi altro ho amato quelli come  Yusuke Sakai​ ,   fotografo giapponese che ti fa esclamare:

«Quella è’ davvero una faraona?»

sakaiyusuke.com

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Un attimo prima

by senzaudio
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Un attimo prima dell’inizio è il momento che preferisco, quando tutto è pronto per essere essere passato.

Un attimo prima dell’inizio i palloncini della festa si spingono verso l’altro, la moquette emana un profumo di lavanda e ogni cosa sembra tranquilla, ignara del fatto  che  la fine che stia per venire.

Un attimo prima dell’inizio, nello spazio tra quello che sarà e quello che sarà stato sta l’attimo sublime, il momento breve del possibile e del probabile.

Matt Henry ha fotografato diecini di questi momenti sublimati da una plasticità visiva in cui corpi, colori e cose appaiono perfetti, finiti e  finti, vicini ai ricordo edulcorato dal tempo, lontani dalla realtà sbiadita dell’imminente.

Matt HenryPhotographer

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La farfalla disse – Marta Cortese

by senzaudio
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Con il termine grafema in Linguistica si indica il segno elementare e non ulteriormente suddivisibile che costituisce l’unità minima dei sistemi di scrittura.

Oscurato dal peso delle parole, nella lingua italiana e nelle lingue europee il grafema gode di scarsa considerazione, questo  perchè siamo abituati a muoverci e ad avanzare per unità maggiori, per somma e non per sottrazione, per fine e non per mezzo. Immersi in continui flussi di coscienza leggiamo le parole senza vederle, le pronunciamo e non le abbiamo mai possedute, le scriviamo senza averle conosciute.

La maggior parte di noi si comporta in questo modo, distratta e indiscreta, elogia una ricetta di cui non sa gli ingredienti, gode di una melodia e non ne ode le note.

Marta Cortese, laureata in architettura al Politecnico di Torino nel 2012 con un master post laurea in illustrazione, è fuori da mucchio perchè il suo progetto – Calligrafia Sperimentale – restituisce dignità ai grafemi dimenticati: «Il segno della lettera scritta, delle parole, di un testo è la diretta comunicazione di un pensiero, di un concetto, di un significato, ma per me non è solo questo […]Ho scoperto che attraverso un uso sperimentale della mia personale calligrafia, composta ancora da lettere e segni riconoscibili, potevo sviluppare composizioni grafiche caratterizzate da libertà e imprevedibilità.»

martacortese.com

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Focus on

by senzaudio
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Sull’origine  dell’espressione messa a fuoco esistono varie ipotesi, secondo alcuni essa potrebbe avere a che fare con l’effetto che produce l’immagine del sole focalizzato su di un foglio di carta, tramite una lente di ingrandimento o altro rifrattore positivo: la concentrazione dei raggi solari riscaldano il foglio e gli danno letteralmente fuoco.

Se dell’origine si sa poco è invece certo che la diffusione dell’espressione interessi ambiti diversi ed indichi metaforicamente il processo di visione e successiva selezione, una scelta che includendo non può che escludere, che illuminando non può che oscurare.

Così Fabrice Mabillot in questo scatto sceglie una cosa piuttosto che un’altra, la luna invece che la donna, sceglie cosa vedere o almeno così ci fa credere.

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Patience – Josef Hoflehner

by senzaudio
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Dice il saggio: in amor vince chi fugge e poco dopo: la pazienza è la virtù dei forti; io, per esperienza diretta, mi sono sempre trovata più vicina alla seconda scuola, quella di chi, un po’ per scelta un po’ per pigrizia, non può fare altro che aspettare, contare i giorni e contare le ore, lavorare più sul possibile che sul probabile, porre iconicamente il cuore e tutti gli organi nelle mani di un poco abile anatomista.

Poi, per esperienza indiretta, mi sono sempre domandata se non si tratti di due saggi differenti e magari tenzonanti, poichè il sillogismo che prevede l’amore come forza suprema e l’attesa come virtù dei forti non regge qualora, per avere successo, chi si trovi in amore sia costretto a fuggire.

Infine mi sono convinta che Josef Hoflehner, fotografo austriaco, sull’amore sia d’accordo con me e non lo dico per vanterìa ma perchè uno dei suoi ultimi progetti si intitola Patience ed è pieno zeppo di attese, innamoramenti, lunghissimi silenzi.

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Beach of the town of Fort Mahon

by senzaudio
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Ogni stagione ha la sua rappresentazione attraverso cui prende forma negli occhi di chi l’aspetta intrepido, nei quadri che vigilano pigri sulle case di campagna. La primavera ha un fiore, l’autunno una caduca foglia, tutto a ricordarci l’ineffabile ciclicità degli eventi e la paradossale meraviglia che ne accoglie la pur nota venuta.

L’estate ha la sabbia del mare sotto i piedi veloci, il nettare dei frutti misto al profumo di salsedine, la malinconica sensazione che non ci sia tempo migliore all’infuori di quello che si sta vivendo, a patto che questo stia per finire.

L’estate, come stagione del cuore, ha i colori di una foto di Harry Gruyaert, bella e stanca sotto un timido sole, pronta a cedere il passo ad un nuovo vecchio stupore.

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Eloquence

by senzaudio
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Per eloquenza si intende l’arte e la tecnica di parlare o scrivere con efficacia, in modo da persuadere e commuovere gli uditori. ciò non toglie che,  in alcune circostanze, la persuasione possa compiersi in silenzio, rinunciando al suono e alla forma delle parole, in alcuni casi si realizza  nella linea sinuosa che segna il confine dei sensi, nella mano serrata che chiude l’ultima buona intenzione, sotto il  velo mortale che copre un’anima bella.

In alcuni casi, in questo caso, è la forza di un ritratto melanconico e dolce disegnato dal giovane e sapiente  tocco di Ricardo Abraho, classe 1987, fotografo brasiliano che convince senza usare le parole.

Ricardo Abraho Portfolio

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L’occhio diegetico di Mario Dondero

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Anie Alvina, attrce francese 1968

 

Quello che ha negli occhi la donna assomiglia alla stanchezza del tramonto, ha il peso inestimabile delle lunghe ore trascorse a prendersi cura degli altri raccontandosi la bugia di prendersi cura di sè.

Quello che ha sulla bocca la donna  è il sapore delle sei del mattino quando la città dorme rannicchiata su sè stessa, bambolona consumata dagli sguardi dei passanti.

Quello che ha nel petto la donna è una messa a fuoco lenta, un’immagine spezzata dal sublime oblìo del proprio io.

Quello che ha su di sè Anicée Alvina è il diegetico occhio di Mario Dondero, fotografo poeta che non ferma l’attimo ma lo crea, che il momento non lo piega ma, magistralmente, lo spiega.

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Things Come Apart

by senzaudio
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L’Occidente sembra ossessionato dall’idea che l’essere umano debba essere, necessariamente, un animale costruttivo. Si comincia con i Lego, dal solletichio soddisfacente che procura la vista della presa di materialità di un’ idea e, senza nemmeno accorgersene, ci si ritrova a desiderare un futuro solido dalle forti fondamenta, una vita meticolosamente costruita.

Solo in rari casi è concessa la distruzione, si tratta di  salvezza sparuta, momenti di catartica esorcizzazione in cui è permesso avvicinarsi ad un palmo dalla catastrofe per sbirciare come sarebbe potuta essere e, per fortuna, non è stata.

Todd McLellan, da bravo occidentale, della distruzione catartica ha fatto un progetto.

Things come apart racconta di come sia necessario che le cose esplodano perché, un attimo dopo, ad un palmo dalla catastrofe, possano essere riordinate.

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