Home Inchiostro - Recensioni di libri indipendenti e non. Arctic Monkeys: da zero al concerto in 2 mesi.

Arctic Monkeys: da zero al concerto in 2 mesi.

by senzaudio

Fino a un paio di mesi fa non li conoscevo. O meglio sapevo chi erano ma non mi ero mai interessato a loro. 5/6 anni fa un mio collega mi invitò a gustarmi il loro album d’esordio ma dopo un ascolto veloce lasciai perdere. Ero io, non loro, il problema, ero un po’ meno aperto e concentrato su altri generi musicali. Alla fine la musica bisogna essere anche pronti ad ascoltarla, non è scontato che delle cose “belle” piacciano subito. Di oggettivo c’è ben poco.

Detto questo un paio di mesi fa scopro l’uscita del nuovo album e, ringraziando (sia io che loro eh) Spotify, non devo ne comprarlo ne far la fatica di scaricarlo. Così prendo e lascio partire AM e rimango da subito folgorato sia dalla pulizia sonora, bellissima, sempre un piacere quando trovi questa qualità, sia dal ritmo e successivamente dai testi.

Sono un gruppo maturo nonostante l’età (28 anni per il leader Alex Turner) e lo so perchè incuriosito da questo disco in 2 mesi mi sono digerito tutta la discografia, comprensiva di 5 album in 9 anni, concentrandomi sulla scaletta del concerto visto che penso sia importante arrivare preparati ad un live. Te lo godi molto di più e capisci un sacco di chicche nelle variazioni delle canzoni. La conclusione è che nonostante i vecchi pezzi avessero una marcia rock decisamente più marcata e anche se questo album, come han deciso i miei amici, puzza un po’ di Muse e un po’ di Kasabian, lo apprezzo ugualmente e decisamente.

Il concerto, un’oretta e mezza sull’orologio, è volato via velocissimo. Alex non è di sicuro un animale da palco, sempre molto statico e impostato, come i suoi capelli a “Elvis” Banana. Ma la sua voce si. Veramente notevole e mi ha impressionato. Mai una sbavatura, sempre precisa ed emozionante. Come la capacità del gruppo di suonare i pezzi. Quello che si può dire è che quello che suonano, per le band del loro genere, è di sicuro di livello complicato. Non hanno molte ballate standard. Come di altissimo livello è l’uso degli svuoti sulla base, mai banali e sempre in grado di dar la giusta spinta. Per cui questa rock band (forse indie?) che si sta spostando verso un genere meno definito, che nemmeno loro ancora sanno, merita, per me, assoluto rispetto.

I pezzi nuovi si integrano a perfezione con quelli vecchi e non saprei quali preferire, ma di sicuro so che, che siano lenti o da pogo, sono espressi magistralmente. Il palco, con discreti effetti e luci spiccatamente antiripresa (come va ormai di moda), fa un bell’effetto. I maxischermi puntati sempre sul timido Alex fanno la felicità delle ragazze presenti in sala a cui lui dedica tra le altre la splendida “I Bet you look good on the dancefloor”. Una menzione particolare al gioco di luci con le strobo di “I wanna be yours”.

Pubblico variegato e veramente partecipe tra giovanissimi, vecchi giovani e qualche giovane vecchio, penso che sia il miglior attestato di stima, più del sold out in cassa (il parterre stranamente è tutto tranne che pieno, stranezze italiche).

Il look estremamente americano anni ’60 ci sta alla grande nonostante il timbro sia chiaramente british, live from Sheffield, a confermare come questo genere musicale calzi completamente a pennello agli anglosassoni, in grado di impersonificare al meglio l’ironia e la chitarre distorte di questa generazione. Una menzione anche al batterista sempre sul pezzo e assoluto secondo protagonista, quando di solito funge più da sottofondo.

Le altre esibizioni degne di una nota di merito superiore sono stete “Suck it and see”, “Fluorescent Adolescent”, l’elettrizzante “Brianstorm” e “Arabella”. Ma giusto per voler dare alti meriti a un prodotto già di ottimo livello.

Ecco perchè il mio consiglio è quello di dare sempre una chance agli amici.. Se vi consigliano di leggere un libro, di ascoltare un disco, di mangiare in un ristorante, segnatevelo e seguite il loro suggerimento. Io di certo avrei conosciuto prima questo gruppo e ne avrei apprezzato meglio la sua evoluzione e avrei potuto vantarmi prima di consigliarvi di andare a vederli. Se vi capita, quindi, non esitate!

@emilianopicco 

Commenti a questo post

Articoli simili

Leave a Comment