La scommessa di Alejandro Zambra è quella di Sur.
Guardiamoci in faccia, negli occhi. Parliamo onestamente. Con “Risposta Multipla” Sur ha preso un rischio. Immagino un rischio calcolato. Quando l’ho preso in mano per la prima volta, vedendone la struttura, ho pensato: chi diavolo lo comprerà? Si faranno spaventare dalle risposte multiple, dalla struttura frammentaria. La scommessa di Sur è però molto onorevole. Sta scommettendo sulla qualità dei suoi lettori. Sulla maturità. E io credo che questa sarà una scommessa vinta perché “Risposta multipla” è molti di più di quanto un singolo lettore possa cogliere.
Questo libro si basa sulla Prova di Abilità Verbale così com’era strutturata nel 1993. La Prova di Abilità Verbale, insieme a quella di Abilità Matematica, costituiva la Prova di Attitudine Accademica nazionale adottata in Cile dal 1966 al 2002.
Qualcosa di disturbante.
Cosa ambisce a stabilire un test che avrebbe dovuto designare con anni di anticipo quella che sarebbe diventata la classe dirigente di un paese? Si cercava di stabilire quali fossero gli individui più degni o quali fossero gli individui più adatti ad obbedire senza alzare la testa e a tramandare di generazione in generazione un certo modo di fare dittatura?
Questa sembra essere la prima domanda alla quale Zambra invita noi a rispondere. E su questa ambiguità Alejandro Zambra costruisce un testo dalle mille sfaccettature. Capace di una feroce ironia e allo stesso tempo di provocare in noi ampie pozze di malinconia. Sorridere sapendo quanto è avvenuto in Cile sotto Pinochet è un crudele modo di prendere consapevolezza della bassezza umana. “Risposta multipla” è un libro sotto molti aspetti straordinario. In “L’intruso” anche solo la lettura delle parole dell’elenco provoca noi un disturbo. Una leggera variazione del battito cardiaco. Una soddisfazione mista a tristezza quando improvvisamente ti viene da esclamare: ho capito!
Gli altri test non sono da meno. Quando ci viene chiesto di togliere dall’insieme una frase che porta informazioni non necessarie siamo combattuti. Non sempre ciò che dovremmo togliere è ciò che vogliamo togliere. La storia che formiamo cambia di una sfumatura e sfuma nel tragico.
Quel che fa più male.
Ciò che ferisce di più il lettore sono le frasi estrapolate dal discorso. Decontestualizzate esse sembrano normali frasi, appena un’ po’ più arcigne di quelle che potrebbe dire un figlio sul padre. Ma se il figlio è il figlio di Contreras, capo della polizia segreta ai tempi di Pinochet, responsabile di migliaia di morti, responsabile di atroci torture. Se il figlio difende il padre assassino, quelle frasi spezzano il fiato. Dove diavolo è finito l’essere umano.
Un libro da scoprire.
Ero combattuto, lo ammetto. Non sapevo se avrei dovuto comprare questo libro oppure no. Sono abituato a leggere parecchia narrativa, ma questo libro sembrava sfuggire ad ogni possibile categorizzazione. Forse è proprio per questo motivo che mi ha incuriosito. L’idea di addentrarmi in uno spazio nuovo ed inesplorato mi ha dato gli stimoli per acquistarlo. Se non lo avessi fatto avrei perso una gemma. Se non lo avessi fatto avrei compromesso la mia crescita come lettore. Rendersi conto di come l’utilizzo di strutture non convenzionalmente dedicate alla letteratura ne produca di così stupefacente è confortante.
Extra
Dopo aver finito il libro il mio primo pensiero è stato quello di chiedere alla traduttrice di rispondere ad alcune domande per metterle alla fine della recensione. La traduzione di questo testo, lo capirete anche da voi, è complessa in molti modi. Non c’è molto spazio di manovra, almeno apparentemente. Tradurre parole singole rendendo le stesse sfumature pensate in origine è un compito molto arduo. Fortunatamente Maria Nicola, che ha tradotto questo libro, ha scritto un pezzo sulle difficoltà incontrate per il blog di Sur, Sotto il Vulcano. Vi invito a leggerlo qui.
Maria Nicola è nata a Torino nel 1959, l’anno della Rivoluzione cubana. Ha tradotto dall’inglese e dal francese. Traduce dallo spagnolo.
Sue sono alcune delle versioni di autori latinoamericani come Roberto Bolaño, Mario Bellatin, Antonio Di Benedetto, Alberto Manguel, Alan Pauls, Juan Rulfo, Juan José Saer, Samanta Schweblin, David Toscana. Tra gli autori spagnoli, ama soprattutto ricordare Francisco Casavella e il suo Giorno del Watusso.
Alejandro Zambra è nato nel 1975 a Santiago del Cile, dove vive. Poeta, narratore e critico letterario, insegna letteratura all’università Diego Portales e scrive per El País e per la rivista messicana Letras Libres.
È autore di due libri di poesia, una raccolta di racconti (I miei documenti, Sellerio 2015) e tre romanzi: Bonsai (Neri Pozza 2007), La vida privada de los árboles e Modi di tornare a casa (Mondadori 2013).
Nel 2010, Zambra è stato segnalato dalla rivista Granta come uno dei migliori giovani narratori di lingua spagnola.
15 comments
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Grazie Gianluigi!
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