Aggiungi un Maggiordomo a tavola.

by senzaudio

Si spengono le luci e partono i trailers. Una delle grandi mode dei cinema del giorno d’oggi è la nuova mezzora che precede l’inizio del film. Un sacco di pubblicità e un sacco di trailers. Osceno che, visto il prezzo del biglietto, uno debba sorbirsi pure mezzora di spot che già hanno rovinato la tv di casa. Detto questo si ha l’occasione di ammirare trailers di film come “12 anni schiavo” rafforzando così la voglia di tornare sul luogo del delitto. Certi trailers di solito bravi a creare solo hype, in questo caso creano in chi legge delle riflessioni, una frase su tutte mi ha colpito: “Se Django ha aperto una porta, 12 Anni Schiavo l’ha spalancata”, attribuita come commento alla rivista Variety.

Il film andato in onda in sala, invece, è “The Butler, un maggiordomo alla casa bianca”, con uno strepitoso Forest Whitaker in Cecil Gaines, il Maggiordomo di colore che ha lavorato per sette diversi Presidenti degli Stati Uniti d’America, in ordine: Dwight D. Eisenhower, John Fitzgerald Kennedy, Lyndon B. Johnson, Richard Nixon, Gerald Ford, Jimmy Carter e Ronald Reagan.

Il film, come Django e come immagino 12 anni schiavo, è interpretato magistralmente da tutti gli attori, un bellissimo estratto di circa 70 anni di percorso americano, della storia di un paese che ha sempre incarnato la chimera di tutti ma che in fondo ha sempre avuto le sue brutte gatte da pelare e le ha tuttora.

Argomento principale di tutti e 3 i film: il razzismo e l’evoluzione dei rapporti tra bianchi e neri. Un percorso storico brutto e pesante che però è storia. Il problema è il doverne parlare ancora oggi nel 2014. Vuol dire che sotto le apparenze è ancora un problema abbastanza forte? Il posto dei neri di origine africana è stato probabilmente rimpiazzato da altre etnie e origini ma penso che complice la crisi economica anche quella culturale si stia acuendo.

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Il sapore che mi resta a fine film è un po’ quello alla fine di Schindler’s List. Sono cose che sappiamo tutti ma quando la grande pellicola te le fa vedere così chiaramente e crudemente ti (ri)schiaffeggiano con tutta la loro forza. Ed è una sensazione che ultimamente provo un po’ più spesso.

Ad esempio a Dicembre per le vacanze natalizie sono stato in Marocco e facendo il tour delle città imperiali ho scoperto una cultura e una società molto interessante. A parte chi aveva già fatto lo stesso viaggio, quando lo raccontavo ho trovato una discreta diffidenza e superiorità della gente sulla meta scelta. Invece sono rimasto molto stupito e tra le cose che ho notato con più forza c’è di sicuro il senso di comunità che ho trovato sul posto, anche al netto del tentativo di sfruttare all’inverosimile il turista. Quando qualcuno si trova in difficoltà tra di loro c’è una grande voglia di darsi una mano tutti assieme anche tra perfetti sconosciuti. Noi siamo diventati il paese dove se qualcuno sta male uno fa finta di niente e tira dritto per non avere guai. Abbiamo molto da imparare dalle altre società, invece di giudicare saccentemente.

Quella che sta vivendo il mondo occidentale, e in particolare per quello che posso vedere io l’Italia,  è una crisi culturale prima che economica. Stanno cercando di metterci tutti uno contro l’altro in una gara di sopravvivenza a chi gioca nel modo più furbo.THE BUTLER

Anche nei giovani, che dovrebbero sentire meno il peso del passato, sta tornando un malumore verso la diversità. Ad esmpio Ensi, un rapper di Torino di origini meridionali, nella canzone Orgoglio e Vergogna fa ipoteticamente delle domande al Presidente della Repubblica (88 anni) cercando di spiegargli la crisi dei giovani d’oggi. Altro pezzo di Italia in crisi prima culturalmente che economicamente. “Io mi vergogno dell’Italia razzista che non vuole le mosche dell’islam e mangia più kebab che pizza! Mi vergogno perchè il perbenista vuole un negro in campionato non lo vuole fidanzato con la figlia.” Il ritornello di questa canzone dice “sono orgoglioso di essere italiano quanto mi vergogno di essere italiano”. Ovviamente nella musica, che rende sempre un’immagine nitida della realtà, serve usare metodi e discorsi forti per licenza poetica ma è una sensazione comune quella che viene descritta, tra i giovani e non solo.

E’ possibile che io stia esagerando? Di sicuro soprattutto in italia il discorso è molto più ampio. Non è propriamente razzismo, nell’accezione degli anni ’50. E’ soprattutto un po’ di ignoranza, un po’ di inefficienza del sistema che ci circonda che mettendoci alle corde, che favorendo il paraculismo e i vantaggi contribuisce a rafforzare la “guerra fra poveri”. La globalizzazione e l’abbattimento delle frontiere è un fenomeno inarrestabile e irreversibile. E non è il problema fondamentale di questo periodo. Se mai è la gestione di questi processi di cambiamento ad esserlo.the_butler-cuba-gooding-jr

Dalla definizione del Dizionario Treccani, Società civile – Insieme delle relazioni associative, economiche, culturali e sociali intercorrenti nelle società complesse tra i cittadini, che si pone come un reticolo distinto e talvolta contrapposto allo Stato e alla società politica. Il significato del termine ha assunto forme diverse nel corso della storia.

In questo momento della storia che diavolo di forma gli stiamo dando? Dare la colpa a quello che fino a ieri in questa parte di mondo era diverso non è logico. E’ logico chiedere un cambio delle regole che ci aiutano a gestire il quotidiano, dando spazio a onestà e solidarietà invece che rabbia e furbizia. E’ uno dei messaggi insiti nel film. Ci sono diversi modi di fare la rivoluzione. E di affrontare il quotiano. Scegliamo il meno stupido.

Andate a vederlo, e fatelo vedere anche nelle scuole. Le magnifiche esibizioni di Oprah Winfrey, Cuba Gooding Jr o ad esempio Lenny Kravitz meritano le 2 ore e 12 di film. Mentre l’Italia al potere ancora cincischia sui politici e lentamente ci affossa, non sia mai che in qualcuno rinasca il senso di comunità sociale e aprendo gli occhi su quali sono le priorità che devono interessare una società antica contemporanea o futura, ci permetta un giorno di avere dei rappresentanti migliori che puntino sulla società e non sulle società (per azioni).

@emilianopicco

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