Vincenzo Zonno – Non è un vento amico

by Gianluigi Bodi
Vincenzo Zonno

Scrivere la recensione di questo libro è complicato. Non è complicato perché quanto ho da dire sia particolarmente intelligente o complesso. E’ complicato perché devo riuscire a rendere al cento per cento ciò che ho nella testa per non correre il rischio di essere frainteso e fare del male al libro.

Vado con ordine.
Apro la pagina e mi trovo immerso in un atmosfera che mi è vagamente familiare. Sembra di aver aperto Dostoevskij, Guerra e Pace, L’idiota. Veniamo subito portati nella Russia che ci è tanto cara dopo averla frequentata per migliaia di pagine di classici che nella vita di noi lettori non possono mancare.
La storia stessa è profondamente radicata nel tempo e nei luoghi che Vincenzo Zonno racconta.
C’è un fatto di sangue, l’assassioni di un console perpetrato in maniera brutale. Il corpo viene fatto sparire per poter nutrire, con il dubbio, le leggende che vedono il Signore come carnefice di coloro che non rispettano i suoi dettami. In tutto questo, l’ufficiale Georges Stroganov  viene strappato dalla sua vita di mollezza e agiatezza per prendere il posto del console defunto. Nel luogo in cui si reca farà la conoscenza di una ragazza, tanto devota quanto conturbante, che intratterrà con lui piacevoli conversazioni teologiche.
Ed in effetti “Non è un vento amico” è interessante per molti aspetti. Aldilà del fatto che ripropone con maestria uno stile di scrittura e un’ambientazione davvero suggestiva,  il libro ha anche dei contenuti teologici che ci faranno riflettere. Lo Zar Nicola, fervente devoto, tende a sostituirsi a Dio nel momento in cui decide che una persona deve essere punita, ma la questione, per quel che mi riguarda è riassimibile in questo modo: come può un essere umano decidere in nome di Dio che deve essere punito e chi merita il perdono?

Quello di Vincenzo Zonno è, a mio modo di vedere, un omaggio ai grandi classici della letteratura russa. Una forma di imitazione che sconfina nell’amore quasi viscerale.
Ritengo però che leggere “Non è un vento amico” con l’idea di avere a che fare con una fotocopia dell’originale sia profondamente sbagliato. Il libro di Zonno è indubbiamente imparentato con i più noti Tolstoj e Checov, ma non ci troviamo di fronte ad un mero esercizio di stile, bensì ad un libro con un’anima propria.

Vocifuoriscena è una di quelle realtà con una personalità forte, basta dare un’occhiata al loro catalogo per accorgersene. Tra il libro di Zonno e la pubblicazione dell’Epica Finlandese ci si può tranquillamente perdere.

Vincenzo Zonno è un artista di versatile creatività che fa proprie le suggestioni di molteplici ambiti espressivi. Cantante rock negli anni Novanta in diverse band, è poi passato alla danza come interprete, regista, scenografo e curatore delle musiche per la compagnia Yankè Dance Studio. Ha sintetizzato le sue esperienze artistiche in una scrittura indisciplinata che, da un apparente verismo, sfocia in un inaspettato surrealismo. Dopo la sua prima raccolta di racconti Harpo, ha pubblicato altri titoli e Non è un vento amico è il suo primo romanzo.

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