La tradizione impone che la sposa nel momento in cui si lega per la vita ad un altro essere umano, abbia con sé una cosa regalata, una prestata, una cosa blu, una cosa nuova ed una cosa vecchia. Questa tradizione impone ad un principio di vita un passo al futuro e un passo al passato. In un rito antico come quello del matrimonio è facile intercettare l’archetipo della tradizione ontologicamente intesa: una consegna, una trasmissione orizzontale e verticale, un passaggio di testimone che distrugge e che conserva. Se è vero che, come insegna Spinoza, quello all’ autoconservazione è istinto primordiale e imprescindibile, altrettanto vitale mi pare essere la distruzione, non il suo desiderio, ma la resa ad essa. La resa di fronte al tempo che cambia, alla vita che lascia, ai cuori che vecchi e stanchi smettono di battere e a quelli che freschi e vergini appena cominciano. La resa di fonte al fatto che esiste il cavalcare sotterraneo di tutte le cose che viaggiano inarrestabili verso un’armonia che può piacerci oppure no.
Granny’s Place è il progetto fotografico realizzato tra il 2008 e il 2011 da Andrei Baciu, un fotografo romeno che ha immortalato la casa della propria defunta bisnonna: un piccolo tesoro rimasto fermo e silenzioso nel tempo che è l’unico attore che non conosce la parola fine.