Titolo | Spiare la prima persona |
Autore | Sam Shepard |
Editore | La Nave di Teseo (2020) |
Traduzione dall’inglese | Massimo Bocchiola |
Note | Uscito postumo |
È davvero facile recensire “Spiare la prima persona” di Sam Shepard. Compratelo, leggetelo. Punto.
È un libro breve, che La Nave di Teseo ha pubblicato in un’edizione cartonata che mi è piaciuta fin da subito, ma al di là della sua brevità è un libro che riverbera per parecchio tempo.
Chi è l’uomo che parla? Chi è che racconta se stesso? Chi è quell’uomo seduto su quella che sembra essere una sedia a dondolo, dentro una veranda e chi è che lo sta guardando? Sono tutte ottime domande e la risposta a queste domande la possiamo dare solo noi, a seconda delle nostre inclinazioni. A me piace pensare che Sam Shepard abbia deciso di guardare se stesso attraverso la lente della lenta malattia che lo ha, a poco a poco, disintegrato, fino ad annientarlo e ucciderlo.
In questo libro, uscito postumo (a tal proposito vi consiglio di fare molta attenzione alla parte finale in cui si spiega la nascita di “Spiare la prima persona” il narratore osserva una terza persona. Un “lui” seduto su una poltrona, un “lui” che ha la necessità di essere aiutato anche nelle funzioni più semplici, ma queste osservazioni si mescolano con ricordi che raccontano di qualcun’altra, ricordi che si portano lontano da qui “lui” infermo.
Sam Shepard destruttura se stesso, si analizza attraverso il passato e il presente indiscutibilmente terrificante, perché dietro l’angolo può già assaporare la fine dei suoi giorni.
In “Spiare la prima persona” c’è una capacità di analisi fuori dal comune, uno scrittore che, fino alla fine, riesce a cogliere l’essenza delle cose. Uno scrittore che in passato aveva colto l’America attraverso i ritratti delle persone che la abitavano e che ora riesce a cogliere se stesso attraverso la malattia, una malattia che per quanto possa essere debilitante per il corpo non può in nessun modo cancellare quello che Sam Shepard è stato per se stesso, per i suoi cari e per i lettori.
Siamo in periodo di liste con i migliori libri del 2020, che, diciamocelo, è stato un anno pessimo sotto molti punti di vista, ma fortunatamente nemmeno questo anno orribile è privo di letture meravigliose. Nella mia personale lista “Spiare la prima persona” c’è. Regalatevelo. Non sbaglierete.
Traduzione di Massimo Bocchiola.
Sam Shepard (1943-2017), vincitore del premio Pulitzer nel 1979, ha scritto più di cinquanta drammi e tre raccolte di racconti. Come attore, ha recitato in oltre sessanta film e ha ricevuto una nomination all’Oscar nel 1984 per Uomini veri. È stato finalista per il W. H. Smith Literary Award per la sua raccolta di racconti Great Dream of Heaven. Membro della American Academy of Arts and Letters, ha ricevuto la Gold Medal for Drama ed è stato inserito nella Hall of Fame dell’American Theater.