“L’osservare per me è uno spasso”
L’espressione con cui ho deciso di aprire questa recensione, appare presto all’interno del romanzo. Può fungere da incoraggiamento ad osservarne con attenzione contenuti, passaggi, svolte, colori e ghirigori.
Può essere anche una trappola, che ho messo lì per sviare un po’ l’attenzione di chi vorrà cimentarsi in questa lettura. O più semplicemente anch’io sono invidioso, e vorrei saper osservare meglio ciò che mi sta intorno.
“Invidia” è l’unico romanzo scritto da Jurij Olesa, apparso nel 1927 in una rivista russa, mezzo privilegiato per la diffusione degli scritti di tanti autori di quel Paese, ed ora sapientemente e quanto mai puntualmente pubblicato da Carbonio Editore. L’autore in questione ha scritto tante altre cose, ma come dicevo un unico romanzo, anche ben accolto inizialmente, ma ben presto osteggiato in quanto non in linea con i dettami del regime. Non credo che Olesa abbia rinunciato a scrivere altri romanzi per questo motivo, sono certo che le sue motivazioni siano state ben più alte delle bassezze del regime sovietico. Detto questo però ha comunque scritto a sufficienza ed in sole 185 pagine ha realizzato, a mio parere, un’opera stupenda, ricca di spunti ma anche di tesi, di riflessioni e nette prese di posizione.
E’ la storia di alcuni uomini che intrecciano le loro vite come spesso accade per puro caso, ma che dal caso traggono leggi che vincono il tempo e lo spazio, alla ricerca continua della verità.
Il libro si divide in due parti, quasi uguali in termini di pagine. Un’unica storia si sviluppa dall’inizio alla fine, variando la coppia di personaggi principali tra l’una e l’altra parte.
Presenza costante nel romanzo, nonchè narratore della storia stessa è Nikolaj Kavalerov persona comune che una sera, ubriaco fradicio e malmenato, viene raccolto dalla strada da Andrei Babicev, ricco signore, imprenditore e uomo di Stato. E qui possono iniziare gli esercizi di osservazione che il lettore può mettere in campo, a scoprire questo strano rapporto che si viene a creare nella casa di Babicev, dove fin da subito si intravede che il gesto benevolente del ricco signore nasconde dell’altro, mentre la persona raccolta letteralmente dalla strada, non ha proprio nulla da nascondere, e coglie l’occasione di approfondire e svelare la realtà della vita di certi personaggi, le loro aspirazioni, gli atteggiamenti equivoci ai più, ma appunto ben visibili a chi ha occhi attenti.
Nikolaj sa bene qual è il suo posto nella società sovietica, ma stare in quella casa che lo ha accolto, invece di rasserenarlo e placarlo, lo anima di grande coraggio, lo spinge ad un ardire che nemmeno lui probabilmente pensava di possedere, ardire innescato da un curiosissimo evento mondano.
Con una scrittura talvolta aulica, talvolta rapida e tagliente, Jurij Olesa ci regala pagine di rara bellezza. Non correte, leggete con attenzione, per non farvi sfuggire i brani d pag. 34, di pag. 50 e le poche righe incastonate a pag. 68, così moderne, purtroppo.
Ed arriverete alla seconda parte, nella quale entra in scena uno dei due fratelli di Andrei, l’altro è morto. Conosciamo Ivan Babicev, e lo conosce molto bene il nostro Nikolaj, anzi più che bene, tanto che intreccerà con lui una curiosa storia. E quest’ultima parola ha un peso determinante nella seconda parte del romanzo Invidia. Molte storie nella storia infatti, si inseriscono, storie portate da Ivan, storie che aiutano i due a intavolare profonde discussioni su temi determinanti quali appunto l’invidia, ma non meno importanti come la vendetta.
Insomma assistiamo allo svelarsi di una vicenda apparentemente banale, nemmeno violenta, in parte anche sentimentale, che reca in sé una componente di grande spessore intellettuale, di grande rilevanza sociale e politica, carica di elementi di cui si parlava cent’anni orsono e certamente anche molto prima, di cui si parla moltissimo in questi giorni e indovinate un po’: ne sentiremo parlare ancora molto noi, i nostri figli e come si suol dire, i figli dei nostri figli.
Alla fine di questa lettura scatta piuttosto che l’invidia, una sorta di dispiacere di non poter leggere altri romanzi di questo autore. Rileggerò questo allora, perchè ho ancora molto da meditare e fare mio.
Spero di avervi incuriosito. Buona lettura.
Claudio.