“Frances mi creda. Nessuno c’è davvero con la testa. Siamo tutti infognati nei nostri crani e tutto succede lì dentro e non c’è nessuno che sia davvero totalmente a posto con la testa. Quella vecchia non sta peggio del resto di noi…”
Nessuno c’è davvero con la testa. Chissà quante volte abbiamo fatto questo pensiero, chissà quanto crediamo a questa tesi o la pronunciamo e divulghiamo invece, per assimilarci al diffuso sentimento di rassegnazione e disimpegno.
La vivace copertina di questo nuovo libro, il titolo che invoglia il lettore a partire per una nuova avventura e Carbonio Editore, nuova realtà che si va affermando a piccoli-grandi passi, sembrano annunciare tutt’altro che sentimenti negativi. Piuttosto, adrenalina a piene mani.
L’autore, K.C. Constantine, non ci delude, e ci regala questa curiosa avventura del suo personaggio di riferimento, il commissario Balzic, ambientata in un orto di una cittadina della Pennsylvania.
Sono tre gli elementi principali che mi hanno fatto apprezzare questo romanzo:
la scrittura riconoscibile, i contenuti di spessore, la struttura della storia molto semplice. Partiamo da qui.
Il commissario Balzic, capo della polizia, in un momento di relax presso il suo bar preferito, viene a conoscenza della scomparsa di una persona. Siamo già nel mistero annunciato dal titolo. La persona scomparsa, in qualche modo legata alla passato del poliziotto, era stata al bar poco tempo prima, per portare al titolare dei bellissimi pomodori, nonostante sia ancora un po’ presto per un così fecondo raccolto.
Nessuno è troppo preoccupato di questa sparizione. Non lo è Balzic, è parte del suo pane quotidiano, non lo è il barista, ma è molto preoccupata invece la moglie Frances, una vecchia amica del commissario.
Ma Jimmy, lo scomparso, riappare presto.
Da qui, ironia della sorte, prende inizio “Il mistero dell’orto di Rocksburg”. Cosa sarebbe successo se Jimmy non si fosse più fatto vedere, invece che tornare inaspettatamente e trovare il commissario a casa sua con sua moglie?
Ebbene sì. Buona lettura, amici. Divertitevi.
Accennavo a contenuti di spessore. Infatti, la storia che vede coinvolti Balzic, Jimmy, Frances e una schiera di altri originali personaggi, originali soprattutto nei nomi, tutto fuorché tipicamente americani, è il filo a cui l’autore stende tutti i suoi panni ad asciugare, mettendo in bella vista situazioni, eventi, fatiche e umori, di una fetta piuttosto grossa della società americana post-industriale, soffocata dalla crisi economica, dalla mancanza di valori forti, oppressa da visioni contrapposte della vita che cozzano una contro l’altra dando vita a temporali di inaudita intensità.
Terzo elemento, la scrittura. K.C. Constantine scrive in un modo piacevolissimo, è sicuramente questa riconoscibilità ci è ulteriormente svelata da un traduttore di nota esperienza, Nicola Manuppelli. Io non sono un filologo, un linguista o uno studioso di cultura americana, ma le atmosfere che l’autore sa rendere, il realismo che c’è in certi passaggi, tale da portarti mente e corpo in una ideale migrazione spazio-temporale mentre leggi, sono fantastici.
Un ultima cosa, un piccolissimo consiglio. Il cuore del romanzo non sta, come molte volte accade, al centro, sta alla fine. Se scoprite l’assassino troppo presto, non scoraggiatevi, e tantomeno non pensate di essere più bravi dello scrittore o di Balzic. Non è così importante il colpevole.
Buona lettura, e buona estate.
“A volte un uomo ha bisogno di bere vino rosso”
Claudio Della Pietà.
Il mistero dell’orto di Rocksburg
K.C.Constantine
Carbonio Editore
Traduzione di Nicola Manuppelli
Pagg. 234
Euro 15,50
ISBN 9 788899 970161