Chi vi scrive è un ragazzo che, malgrado tutto, è tranquillo, normale, senza vizi strani e tanto altro. Dovete sapere che, sempre il sottoscritto, è molto curioso riguardo le usanze nel resto del mondo e, alcune volte, rimane bloccato per circa 3456 secondi (i minuti calcolatevi voi ndr). Vabbè, anche per oggi ho annoiato i lettori di Senzaudio (mettete mi piace su Facebook e seguite l’account Twitter) con preamboli utili come una forchetta in un cockatail. Detto questo, andiamo a vedere l’ultima strana tendenza in una parte del globo terrestre. La tecnologia, come tutti ben saprete, ha invaso tutto il mondo, colpendo anche alcuni animali che, ignari di quello che sta accadendo, stanno buoni-buoni dinanzi a fotografie, selfie ecc. L’ultima novità, però, che proviene da Giappone e Cina è inutile, anzi dannosa per le stesse creature. Infatti, conigli, ma anche gatti, fungono da cover per gli smartphone. Si, avete capito bene, non è uno scherzo. Iphone, Samsung, vengono messi sulla pancia dell’animale in questione, con le zampe che vengono utilizzate per bloccare lo smartphone. La strana moda sta avendo molto successo in Asia. Io preferisco non commentare.
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È l’era della tecnologia. Almeno un computer è presente in tutte le case. Per tacere, poi, degli smartphone, che seguono costantemente la stragrande maggioranza della popolazione mondiale, permettendole di restare senza soluzione di continuità on line. Va da sé che, in una realtà così intimamente informatizzata, pure le modalità di fruizione della cultura e degli elaborati artistico-culturali siano, ineluttabilmente, mutate.
I testi sono stati digitalizzati, il medesimo processo è avvenuto per le biografie degli autori e dei grandi personaggi storici. Il tutto è stato accettato dalla vasta platea dei fruitori tacitamente in maniera pressoché univoca. Senza colpo ferire. Quasi ignorandone le problematicità, che, al contrario, permangono. È, infatti, ovvio che il passaggio dal supporto cartaceo al monitor causi il cambiamento degli schemi mentali. Delle modalità di apprendimento. Così come li aveva generati il passaggio dal volumen papiraceo al libro. Le nuove generazioni si stanno formando su computer e tablet. Ciò non potrà non condurli a ragionare in maniera molto differente rispetto ai loro padri. L’intuitività impera. Il modello logico verticale è stato soppiantato da un movimento concettuale orizzontale. Senza contare che nessuno garantisce, né può farlo i testi presenti on line. Sovente, infatti, ci si scorda che quei file sono forieri degli stessi problemi che constavano i codici medievali. Sono copie e, in quanto tali, non possono prescindere da degli errori. Rari.
Ma, comunque, presenti. Idem dicasi per l’enciclopedie virtuali. Si pensi al modello Wikipedia. Ossia di un’enciclopedia interattiva, in cui il popolo della rete in toto è chiamato a redigere le voci enciclopediche. Peraltro, molto spesso, gli autori di quest’ultime si avvalgono di bot, che le compongono in automatico. Meccanicamente. Nessuno vuole o può fare a meno della tecnologia. Né, tanto meno, demonizzarla. Lo sviluppo tecnologico è un mezzo utilissimo. Formidabile. Dà adito a una lunga teoria di possibilità, altrimenti inaccessibili. Tuttavia ciò non deve far assurgere la tecnica, il web, il tecnologico a istanza infallibile. In definitiva non si deve compiere l’errore di trasformare il mezzo in oggetto. O, peggio ancora, in soggetto. Siate tecnologici. Connessi. Usate pc. Tablet. Smartphone. Ma non affidatevi mai ciecamente. Dubitate sempre. Non assumete mai nulla passivamente.
Visto che mi è stata richiesta più precisione, continuo il precedente articolo e faccio un po’ di chiarezza.
Per iniziare facciamo una distinzione cruciale sui mezzi che si possono usare per lavorare in rete; se il web non è il vostro lavoro a tempo pieno allora è necessario distribuire bene le energie; quindi se intendete portare avanti un progetto da soli allora concentratevi sullo sviluppo di un blog; questo strumento è più snello e facile da gestire di un sito completo, porta tanta pubblicità ( e quindi soldi ) con un un moderato lasso di tempo da dedicargli. In oltre, vista la diffusione attuale dei blog, è facile trovare la giusta piattaforma da usare che meglio si adatta ai vostri gusti. Se al contrario potete contare su validi collaboratori ( come noi di SENZAUDIO ) allora un sito fa al caso vostro, badate bene però che comunque gestire un sito internet (come Gianluigi vi potrà confermare) richiede comunque una certa quantità di tempo da dedicare con cadenza almeno settimanale, se non giornaliera.
Veniamo ora ai contenuti, tenete presente la rete si compone di informazioni, che siano foto, filmati, musiche, articoli o libri, sono tutti file multimediali e per funzionare devono interessare quindi ancora una volta puntate sullo stile! Più stravagante ed esotico è meglio è; ma fate molta attenzione, prima di tutto quello che pubblicate deve piacere a voi è dovete conoscerlo molto bene non preoccupatevi se i vostri interessi sono particolari ( nel limite della decenza ) troverete sicuro diverse persone che hanno i vostri stessi gusti.
Un’altra nozione importante da tenere presente quando si usa la rete, sono i numeri; internet è usato da milioni di persone ma ci sono anche migliaia di siti e sicuramente alcuni di loro vi faranno concorrenza, per questo molta importanza ha la visibilità, quando aprite un blog o un qualsiasi sito è essenziale farlo notare, quindi iscrivetevi a tutti i social che trovate, nazionali e internazionali, con foto o articoli tutto conta. Ricordatevi che la pubblicità non è solo un mezzo per farvi conoscere ma anche per fare soldi, la pubblicità e gli sponsor in rete sono la spina dorsale dei blog e dei siti amatoriali; ma tutte queste risorse sono valide solo raggiungendo dei numeri importanti di visite ed utenti, anche per questo l’importanza della lingua è vitale, ogni attività sul web dovrebbe avere una pagina o una copia integrale del sito in inglese per poter raggiungere più persone possibili. Se pensate infatti che in Italia ci sono 60 milioni di persone ( di cui un terzo usa internet ) potete capire facilmente che con 7 miliardi di persone sul pianeta il mercato si allarga di molto. Un’ultima menzione va fatta sulle applicazioni sui tablet e smartphone. Questa categoria è sicuramente un metodo molto efficace per guadagnare con l’informatica, qui non si parla più di web in quanto gli utenti con apparecchi mobile sono sicuramente più di quelli che navigano in internet e i servizi che usano non richiedono particolari capacità informatiche ( parlo per esperienza ). Ci sono comunque diversi aspetti da valutare per creare un’app. In primo luogo alla base della creazione ci deve essere un’idea vincente quindi se pensate di fare un clone migliorato di qualcosa che già esiste è meglio rinunciare. Per quanto riguarda la programmazione invece, esistono diverse piattaforme che permettono un approccio facilitato alla progettazione ma è comunque necessaria una certa conoscenza di programmazione; il mio consiglio è quello di rivolgersi piuttosto a professionisti, esistono tanti studi e molte offerte sul mercato, e lavorare con loro allo sviluppo dell’idea. Per quanto riguarda la monetizzazione del progetto, potete stare tranquilli, se ci pensate bene la maggior parte delle app. viaggia sotto i 5 euro e una percentuale attorno al 20% sono gratuite ( finanziate dalle pubblicità in app ); infatti questo tipo di prodotti si affida alla grandezza del pubblico con cifre di vendita molto modeste ( moltiplicati per milioni di utenti anche 0,5 euro sono un capitale ).
Spero di avervi illuminato un po’ e buona fortuna a chi ci vuole provare!
La tecnologia avanzata di quest’ultimi anni ha causato un calo dei rapporti umani. E’ innegabile, infatti, che la maggior parte della popolazione mondiale “abbraccia” più il suo smartphone, o tablet che sia, al posto di un essere umano in carne e ossa. Battute a parte, ormai la nostra vita è caratterizzata dalla presenza di questi mezzi tecnologici. La mattina appena svegli, a pranzo, durante le ore di lavoro, a cena, persino sotto la doccia (con le dovute precauzioni ovviamente) ci ritroviamo sempre con lo smartphone in mano. Il motivo? Semplice. Ormai tendiamo sempre più a instaurare rapporti in maniera virtuale, anziché bere un caffè in un bar (esempio banale ma non troppo) per conoscere realmente una persona. C’è chi pensa che tutta questa “invadenza” tecnologica sia una grande opportunità , ma anche una gran “problema” per chi, come qualcuno, usa, maneggia il proprio smartphone, ipad circa 150 volte al giorno. Lo studio, infatti, approfondito negli Stati Uniti, ha messo alla ribalta questo incredibile dato. Facebook, Twitter e altri social network, c’è da dirlo, favoriscono l’uso dell’iphone, del tablet, ora più che mai presenti 24 ore su 24. Anche camminando per strada, rileviamo una sorta di perdita di “visione ottica” perché gli sguardi sono puntati su un display e non verso una persona.
Sempre dall’America, però, patria delle novità sotto tutti i punti di vista, la celebre azienda Coca-Cola ha inventato uno spot che sta facendo riflettere tutti i cittadini del mondo. Si chiama “Coca-Cola Social Media Guard” e sta già captando l’attenzione di chi ha perso, o quasi, il modo di condividere qualcosa con il prossimo. Nella pubblicità si vedono delle persone “imprigionate” in un collare, usato per far si che la cura non svanisca da un momento all’altro. Una sorta di monito per garantire, se è possibile, il rapporto tra esseri umani.
Un altro video, invece, di altra natura, ma sempre di significati tecnologici, sta facendo il giro della rete. Si tratta della parodia per la chat soprannominata “Whatsapp”, in down per circa due ore poche settimane fa. Nello sketch si vede un gruppo di ragazzi andati
in crisi per il problema citato in precedenza. Si può notare come la loro vita cambia in un istante.