Piccola premessa: sono un’assidua ascoltatrice di Virgin Radio. La scoprii nel lontano 2006 grazie ad un compagno di scuola, e da allora non la mollai più. Questa radio mi ha tenuto compagnia a qualsiasi ora del giorno, dal primo mattino alla sera, in macchina con gli amici, diretti verso chissà dove. Tutt’oggi, quando ascolto i vari programmi proposti dalla radio in questione, condotti, tra gli altri, da gente del calibro di Dj Ringo e Paola Maugeri, mi accorgo di apprendere davvero tanto sulla storia del rock e su tutto ciò che vi ruota attorno. Virgin Radio è sicuramente la radio che ogni rockettaro/a purosangue dovrebbe ascoltare.
A proposito di Virgin Radio, una cosa che ho apprezzato tantissimo è stata una serie di intermezzi, trasmessi tempo fa tra un programma e l’altro, in cui venivano elencati diversi motivi per cui si può essere rock senza essere necessariamente un animale da party perennemente ubriaco, intossicato e chi più ne ha più ne metta; la parte più bella era senz’altro la frase finale, che senza dubbio non dimenticherò mai: il rock non è nell’apparenza, ma nell’anima. Alzi la mano chi non si è riconosciuto in questa frase! Quante volte ci siamo sentiti delle pecore nere a causa dei nostri gusti musicali?
Per quanto adori essere la pecora nera del gregge, non smetterò mai di stupirmi dell’ignoranza che incombe sul genere umano. Nonostante il progresso che i mass media vanno tanto decantando, la mente umana (non tutta, per fortuna) è rimasta ferma al Paleolitico. Si pensa ancora al prototipo del rockettaro/metallaro brutto, sporco e cattivo, che beve fino a sfondarsi, rutta, bestemmia e non si lava. Quando penso all’idea tanto limitata che si ha del rock e dei suoi sottogeneri (e soprattutto del pubblico a cui è destinato), mi metterei ad urlare. Io stessa amo definirmi una rockettara, ma non rispecchio affatto il prototipo da me citato sopra, in quanto bevo pochissimo, odio le bestemmie e mi lavo in continuazione. E conosco tantissimi rockettari come me, che magari non portano il chiodo e non hanno tatuaggi, ma hanno una cultura musicale mostruosa, e sono anche delle ottime persone, proprio perché non si preoccupano dell’esteriorità, ma il rock ce l’hanno nel sangue o, come suggerisce Virgin Radio, nell’anima.
Se non siete amanti del rock (ognuno ha i suoi gusti, ovviamente), ci tengo comunque a precisarvi due motivi per me fondamentali che mi rendono orgogliosa di essere rockettara:
1) prima di tutto, perché le più belle ballads della storia sono state scritte da alcune delle più grandi rock band di sempre. Vedi i Metallica, vedi gli Iron Maiden, vedi gli Scorpions. I Kiss. I Guns ‘N Roses (innumerevoli le volte in cui ho pianto ascoltando November Rain). E potrei continuare fino a domattina.
2) in secondo luogo, pensiamo ad alcuni progetti umanitari e civili che hanno coinvolto tantissimi artisti del panorama rock, internazionale e non: per citarne alcuni, il Live Aid del 2005 organizzato da Bob Geldolf, che ha visto salire sul palco, tra gli altri, Black Sabbath e Judas Priest; il Live Earth del 2007 organizzato dal premio Nobel Al Gore, svoltosi in diversi angoli del pianeta, per sensibilizzare l’opinione pubblica a proposito del surriscaldamento globale, che ha visto partecipare band come i Metallica e i Red Hot Chili Peppers. Infine vi ricordo un progetto umanitario totalmente italiano ancora in corso, il progetto Rezophonic, che si impegna ad aprire diversi pozzi d’acqua in Africa, e che vede tra i vari artisti impegnati in questa causa la band rock-metal Lacuna Coil, che personalmente adoro.
Tutti gli artisti da me citati sopra vengono considerati anch’essi brutti, sporchi e cattivi. Secondo voi, alla luce di quanto detto sopra, potrebbero mai esserlo sul serio? Non soffermiamoci sugli abiti e sul trucco che indossano on stage, fa tutto parte del mestiere! Vi assicuro che nella vita di tutti i giorni sono persone normalissime (se non mi credete andate a guardare le loro foto su Instagram!), e naturalmente lo stesso vale per chi passa ore ad ascoltare i loro album, come la sottoscritta. Pertanto impegniamoci ad abbattere i cliché e lasciamo che ognuno possa godersi in pace la propria musica senza venir considerato un poco di buono. ROCK ON!