Diciamocela tutta, nessuno di noi avrebbe mai rinunciato ai contratti che gli “Elio e le storie tese” hanno ottenuto per le pubblicità telefoniche in onda in questo periodo. Logico è anche che il vero fan di Elio (e i suoi simpatizzanti) da un paio di mesi storcano il naso per Pino, il Pinguino appunto. Soliti tormentoni estivi che passano in tv per mesi facendosi odiare nel giro di pochi giorni. Soprattutto perché nell’ultimo “L’album Biango” ci sono un sacco di canzoni che meritano miglior sorte di “Illimitatamente”.
“La Canzone Mononota”, geniale e irriverente a Sanremo è il massimo a cui Elio può aspirare in una platea tradizionalista come l’Ariston e diventa l’accalappia-acquisti per un album geniale, artistico, curioso, divertente come di solito sono gli album di questi artisti eclettici.
Gli album degli Eelst hanno sempre una canzone “Tapparella”, una canzone “Parco Sempione” e una canzone “Mio Cuggino” e anche questa volta i ragazzi non hanno tradito. 15 tracce senza motivetti materasso impreziositi dagli interventi di Fiorello, Rocco Siffredi e Finardi e la citazione agli Area che istruisce anche chi non li conosceva, come me, su una parte della storia della musica italiana.
Tra le canzoni con una marcia in più da segnalare “Enlarge (your penis)”, una fotografia assurda della casella di posta elettronica di ognuno di noi, in versione satirica e geniale, “Luigi il Pugilista” che narra le gesta del grande Luigi, boxeur di “classe” e “Complesso del Primo Maggio” che sia per suoni che per evoluzione narrativa rimane per me una delle migliori in assoluto di Elio.
L’album arriva 5 anni dopo l’ultimo e probabilmente seguendo l’onda del successo del popolare talent “X Factor” in cui Elio è tornato in auge tra grandi e piccini per la sua cultura musicale, serietà e spirito di confronto con gli aspiranti artisti da lui seguiti.
Sinceramente mi stupisce che nonostante questa “consacrazione mediatica”, musicalmente parlando, il gruppo non riesca ancora ad affermarsi totalmente sulla scena italiana. Nonostante spesso l’umorismo e il nonsense siano parte dominante nei testi, in una seconda analisi risultano clamorosamente attuali: chi può dire di non ritrovarsi? Un’abilità, quella di utilizzare scene quotidiane e odierne quasi unica, di cui ne è un esempio illuminante “Lampo”, brano che affronta il tema dell’esasperato uso di smartphone, abitudine di cui ormai la maggior parte di noi abusa.
E “Amore Amorissimo“? L’ultimo video, cantato da Francesco il Pescatore, azzeccattissimo stereotipo dell’italiano di una volta, riprende il mood anni 70/80 della canzone. Sia nel testo che nella melodia ascoltiamo una canzone che potrebbe davvero essere di qualsiasi protagonista di quegli anni. Grazie allo sketch di Fiorello, ricordiamo che fu lui il primo a cantarla su un presunto spartito di Domenico Modugno, in “Il più grande spettacolo dopo il weekend”. Più realisticamente l’ha scritta Rocco Tanica, come precisato più tardi. La spensieratezza che ne trasuda l’ha fatta diventare con ogni probabilità singolo numero 2 dell’album ma va bene così, l’estate è appena iniziata e avere la testa leggera è importantissimo.
Cosa aspettate ad ascoltarlo? Voglio sapere se siete daccordo con me!!!