Improvvisamente, arrivato al canale 52, mi sono imbattuto su un tizio che, probabilmente a digiuno da un paio di mesi, stava cercando di decostruire un Hamburger dalle proporzioni gigantesche tirato su proprio come fosse un palazzo di cinque piani, fondamenta e bandierina sul tetto incluse.
Quell’uomo, prontamente diventato un mio idolo, era Adam Richman, il programma era Man Vs. Food e il canale digitale contro il quale avevo impattato era DMAX.
Da quel momento DMAX è diventato uno dei 10 canali del digitale terrestre che guardo con più frequenza. Il motivo principale è una certa varietà di contenuti. Se siete appassionati di avventura c’è il programma che fa per voi (Bear Grylls: L’ultimo sopravvissuto), se vi piace la cucina ecco che oltre alle ingozzate portentose del buon Adam, potete trovare esperimenti di cucina molecolare (Cucina esplosiva), schifezze culinarie (Orrori da Gustare).
Se la vostra passione è la velocità, ecco i due Top Gear, quello originale inglese e la fotocopia americana. E siamo ancora nell’ambito dei programmi che definirei normali. Poi c’è quello che vi fa vedere come si lavora in un aeroporto in Australia, quelli che vi mostrano come si costruiscono le cose, la coppia che in viaggio di nozze ci va nella giungla e mangia serpenti e insetti, e come non citare “Indagini d’alta quota” che vi narra dei peggiori disastri aerei? In pratica, se avete una passione assurda che non confessate nemmeno a voi stessi su DMAX probabilmente c’è il programma che fa per voi.
C’è davvero di tutto e la maggior parte delle persone che conosco guardano DMAX perché, dicono, se proprio devo guardare la TV (e qui vorrei sapere perché lo trovano un obbligo) almeno che guardi qualcosa ci istruttivo.
Il punto è che DMAX vi da l’illusione di imparare qualcosa, vi mostra come funzionano le professioni, vi suggerisce i modi migliori per uccidere e arrostire un’iguana, vi fa vedere quale sarà la vostra prossima auto e di qualsiasi oggetto avete in casa vi dice chiaramente passo dopo passo come l’hanno costruito. Ma in realtà, quello che succede è che DMAX vi riempie un vuoto. Potete sintonizzarvi sul 52 e metterlo come sottofondo della vostra vita. Il tempo scorre su DMAX che è un piacere, vi fate inondare di informazioni che, non potendo replicare, entrano da un orecchio e escono dall’alto. Confucio diceva “Dimmi e io dimentico. Mostrami e io ricordo. Fammi fare e io imparo.” A noi su DMAX manca l’ultima parte, ma è evidente che non si può chiedere allo spettatore di uscire in strada, trovarsi un fast food, ordinare quattro chili di Hamburger e patatine e dire addio al proprio fegato.
DMAX non insegna, al massimo vi può fornire qualche nozione utile a riempire il cruciverba in prima pagina della settimana enigmistica, ma è dannoso come qualsiasi altro canale televisivo, anzi, come qualsiasi stupefacente. Vi rincoglionisce, se non state attenti. A me è successo, finivo le serate a guardare due tizi che compravano le valigie smarrite negli aeroporti o a guardare dei milanesi che si facevano tatuare cinghiali sulla pancia. Eppure, ora, non ho idea di come fare un tatuaggio, non ho nessuna nuova facoltà, non ho maturato nessun superpotere, sono lo stesso di prima con in più, sul groppone, qualche centinaio di ore di TV che mi hanno fumato due terzi delle mie cellule celebrali. Che poi ti trovi a scrive qualcosa su DMAX a della gente a cui non gliene può fregare di meno.