Questo romanzo, scritto da Pee Gee Daniel, mi permetto di dire dopo averlo letto, che l’avrei intitolato così: Dall’Austria a Riccione, e ritorno. I tre personaggi di rilievo sono tutte donne, e tengono bene il palcoscenico, lasciando purtroppo ai margini l’unico maschio, ma senza grandi torti, viste le prestazioni di dubbia qualità fornite dal soggetto. E’ il racconto di una normale vacanza estiva, in una delle più frequentate località di mare italiane, specializzata in accoppiamenti umani. Di questo stiamo parlando. Noioso ? Anzi !
L’autore tenta, con un’immagine efficacissima, resa in modo chiaro, indelebile e preciso, di portare il lettore con sè in un’avventura ai limiti della fantascienza.
Ma si sà, chi pensa un po’ fuori dagli schemi, ancor più chi parla in modo strano, o addirittura agisce d’impeto, viene etichettato senza via di scampo, come un animale da destinare al macello.
E allora eccola lì, la tradizionale figura umanoide, che fa’ pure lei un tentativo. Ambisce a riportare nientemeno che l’autore stesso alla normalità. Chi vincerà ? L’autore o il suo personaggio ?
A voi, buona lettura.
“Inge continuava a guardare di fronte a sè, come nell’intento di non dare alcun tipo di soddisfazione alla povera madre in pena. Non era certo per insensibilità se si comportava con una tale freddezza, ma piuttosto per il fatto che lei per prima si sentiva talmente turbata e confusa da una situazione incresciosa come quella, che non avrebbe saputo che dirle.”