Flessioni, corsa, salto della corda, addominali, ore e ore di allenamento. Quello vero, quello che fa vomitare dalla fatica. Sudore, tanto. Sangue e lividi. Per poi finire sopra un ring illuminato dall’abbagliante riflesso di dei flash di centinaia di macchine fotografiche pronte a scattare la foto perfetta, l’attimo esatto in cui tutto sta per finire ma non è ancora successo. Pugni, tanti pugni, di quelli che fanno male, di quelli che spaccano cartilagini e ossa, che lesionano muscoli e che tolgono il fiato e alcuni che sanno spegnere ogni cosa tranne una voce lontana che conta fino a dieci e decreta la sconfitta.
La boxe, o se preferito il pugilato, quello vero, è uno sport duro, difficile, lontano anni luce dall’immaginario collettivo dei film patinati. Il libro “Pugni, storie di boxe” (BeccoGiallo) scritto da Boris Battaglia e illustrato da Paolo Castaldi racconta con sentita attenzione 15 incontri di pugilato che spaziano nell’arco temporale che parte dal 1810 e arriva fino al 2002. Narrato come un romanzo, descrittivo come un saggio e illustrato come un fumetto. Incontri unici che hanno segnato epoche, che sono stati la rappresentazione scenica di una fetta di storia, che hanno saputo emozionare, che si sono fatti carico di problemi sociali e umani. Storie di guerra, storie di pugni, due uomini che cercano di sopravvivere per cercare di vincere. La boxe è piena di personaggi che vanno oltre lo sportivo, pugili leggendari come Joe Louis, Carlos Monzòn, come Tom Molimeaux e Tom Cribb, Muhammad Ali e George Foreman e per ultimo, solo cronologicamente, Mike Tyson. Uomini che hanno creato e distrutto. Boris Battaglia racconta, con estrema sensibilità e conoscenza della materia, piccoli e grandi aneddoti che costruiscono e costituiscono gli incontri, che rendono “semplici” pugni in qualcosa di più grande, in qualcosa di unico. Paolo Castaldi riesce a completare i racconti con disegni che risaltano la parte più visionaria e cambiando stile e colore ad ogni tavola rende unico e prezioso ogni singolo racconto.
D’altronde come scrive Tito Faraci nell’introduzione “Il pugilato è la vita. La vita che è fatta sempre di pugni.”
Boxe
“La classica faccia da pugile” è un agile libretto composto da due racconti sulla boxe. “La bistecca – A piece of steak” e “Il Messicano – The Mexican”. Pur avendo come sfondo lo stesso ambito, i destini dei due protagonisti sono diametralmente opposti.
Nel caso del primo dei due racconti siamo di fronte ad un pugile sul viale del tramonto. Qualcuno che non è più “utile” alla società, che deve accettare una borsa esigua e che non riesce a mantenere la propria famiglia. Insomma, un personaggio condannato alla sconfitta.
Nel secondo racconto London ci presenta un giovane Messicano taciturno che abbraccia la rivoluzione e che per contribuire alla causa offre i soldi che guadagna dagli incontri a cui partecipa. Quando i suoi compagni di rivoluzione capiscono di avere bisogno di una forte somma lui, senza farne parola, decide di sfidare il campione ad un match in cui solo chi vince becca la posta. Al perdente non rimane nulla.
London è un genio della scrittura. In questi due racconti l’abilità con cui riesce a descrivere le scene di boxe è stupefacente. Allo stesso tempo, lasciata da parte l’adrenalina e l’azione, ci racconta personaggi profondamente umani. Descrive con maestria e sapienza i loro destini che spesso sono destini segnati da una pessima stella.
“La classica faccia da pugile” è una lettura che brucerà come un fuoco improvviso e vi farà venir voglia di leggere di più, di leggere ancora. E soprattutto, avrà il compito di farvi ridimensionare alcune delle letture che vi sono capitate in mano e che ritenevate essere buone. Di fronte a London molti fanno un paio di passi indietro.
London ci riempi di epica della Boxe, ci pone di fronte a sfide che spesso sono insormontabili in cui l’uomo deve affrontare i propri limiti per cercare di abbatterli. A volte senza successo.
Mattioli 1885 si è lanciata in un’avventura niente male. La riscoperta di alcuni dei più grandi autori americani che, non facendo parte di mode particolari, tendono ad essere dimenticati. Per cui, al fianco di Fitzgerald (che di per sé non ha bisogno di una vera e propria riscoperta) splendono autori del calibro di Jack London, Ring Lardner e Mark Twain.
Il presente volume di Jack London è tradotto e curato da Mario Maffi che ha fatto davvero un ottimo lavoro.
Jack London (1876-1916), nel corso della sua turbolenta giovinezza, è pirata, hobo vagabondo, cacciatore di foche e cercatore d’oro. Da queste avventurose esperienze, lo scrittore trae materiale prezioso per i suoi romanzi, capolavori come Il richiamo della foresta, Zanna Bianca, Martin Eden, John Barleycorn, Burning Daylight, La crociera dello Snark. Tra il 1900 e il 1916 scrive più di cinquanta libri, centinaia di racconti e numerosi articoli. Considerato uno dei grandi classici della letteratura, London è letto e tradotto in tutto il mondo