Roberto Arlt – I lanciafiamme

by Gianluigi Bodi
Roberto Arlt

C’è un po’ di ironia nella sorte che mi porta a consigliarvi di leggere “I lanciafiamme” di Roberto Arlt ora che la temperatura atmosferica sta salendo. Era meglio consigliarlo d’inverno, no? Ed invece no, perché Sur lo ha pubblicato da poco più di un mese e perché io l’ho letto ora. E perché se vi fa sudare è meglio.

Quello che vi trovate davanti è il seguito de “Sette pazzi”, se vi stavate chiedendo che fine avessero fatto i personaggi di quel libro (edito anch’esso da Sur), Roberto Arlt vi da un favore e vi racconta un seguito davvero magnifico. Una lettura che può essere goduta pienamente anche senza aver letto il volume precedente.

Mi sono servite dieci righe per capire che questo libro mi avrebbe fatto impazzire a diciotto anni. “I lanciafiamme” di Roberto Arlt è il tipico libro che un adolescente legge e poi commenta con gli amici. E’ il tipico libro pieno zeppo di frasi da citare e sulle quali spendere sere interminabili a discuterne il significato con le persone fidate.
La scrittura di Arlt è meravigliosa, densa, piena, così corrispondente ai dialoghi interiori da renderla efficace fin da subito. Fin dalla prima pagina sai che amerai questo libro e questo scrittore. Non hai scampo.

Mentre lo leggevo, i personaggi de “I lanciafiamme”, L’Astrologo, Hipolita, Erdosain, mi sembravano parenti stretti dei personaggi creati da un altro grande genio della letteratura argentina, quel cronopio eccezionale che risponde al nome di Julio Cortazar. Sono simili nei tratti caratteristici, la capacità da andare a fondo nelle questioni fino a quasi spellarle vive, il ritmo dei discorsi barcollante che ti fa pendere da una parte e l’altra perché non sai da che parte si vada a parare. Cortazar e Arlt hanno molto in comune, almeno per il sottoscritto, non so o non ricordo se Cortazar abbia mai confidato al mondo di essere un ammiratore e di aver preso da Arlt un po’ della sua arte, ma ai miei occhi la cosa è possibile se non sicura.

Mi piace la riscoperta. Mi piace il voler tirar fuori dall’oblio alcuni libri e alcuni autori che altrimenti sarebbero rimasti nascosti nell’ombra. Roberto Arlt è uno di quegli autori che fino ad un paio di anni fa erano completamente ignorati. Per fortuna, grazie anche al lavoro delle case editrici indipendenti, questo piccolo crimine letterario è stato cancellato. Negli ultimi due anni abbiamo infatti visto la pubblicazione di più di un titolo di questo grandissimo della letteratura mondiale e gli estimatori di Arlt stanno crescendo a dismisura.

Mi pare ci sia di tutto in questo libro. La solitudine umana, quella incapacità di definire i rapporti, il masochismo di frantumarli per allontanarsi sempre di più, perché nessun uomo è un’isola ma intanto ci si prova lo stesso. Parlare per creare dei ponti con gli altri e poi farli crollare perché essere completamente se stessi è difficile, richiede uno sforzo abnorme, dei sacrifici, delle scottature. Anche quando vuoi conquistare il mondo con una rete di bordelli. Anche quando ti chiami Erdosain. Arlt è letteratura in purezza, è uno spettacolo per gli occhi e per l’anima.

Copertina, as usual, made in Falcinelli & Co. Questa, in particolar modo, ricorda molto le atmosfere Bondiane degli anni 60/70. Geniale come al solito.

Roberto Arlt (1900-1942) è stato giornalista, scrittore e drammaturgo. Tra le sue opere: Il giocattolo rabbioso (1926), I lanciafiamme (1931) e Le belve (1933).

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22 comments

Un baule pieno di gente 12 Maggio 2015 - 12:28

I sette pazzi è un titolo cui ambisco da parecchio, dopo vedrò di leggere anche questo…

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senzaudio 12 Maggio 2015 - 12:35

Ci sarebbero anche “L’amore stregone” Intermezzi e “Un viaggio terribile” Arcoiris, oltre a “Acqueforti di Buenos Aires” della Del Vecchio. E’ una scoperta continua.

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