Paratesto:
Fluttua, fluttua leggera in un mare d’aria la nave raffigurata in copertina. I navigatori avevano la fortuna di avere le stelle a far da guida, ma gli esseri umani cos’hanno? Cosa gli impedisce di non sbagliare direzione nella loro vita? Nulla. E allora fluttuiamo noi, povere particelle, in un mare impetuoso, senza nemmeno una stella ad indicarci la giusta via.
Testo:
Non vi inganni la brevità del testo, il suo peso esiguo nelle vostre mani, l’aria di non essere che un compagno fuggevole di poche ore. “Particelle” quasi in contrasto con il titolo è un libro densissimo che in un centinaio di pagine raccoglie i pensieri del protagonista. Il protagonista è un uomo sessantenne e il suo ritratto di viene regalato dalla scrittrice iraniana Soheila Beski. Ora, il primo punto da affrontare è proprio questo. Riesce una scrittrice a rendere credibile un personaggio maschile? Ve lo chiedo perché mi è stato chiesto e la risposta più sensata che mi viene in mente di dare è: ovvio. Stiamo parlando di arte, di imitazione del reale, di vestire i panni di un’altra persona. Non si tratta di focalizzarci sulle distinzione di sesso, ma di comprendere fino in fondo quali sono gli aspetti che una donna sottolinea nel comportamento di un uomo.
Il protagonista di “Particelle” è un uomo che fa fatica a trovare un posto nel mondo. Ha un lavoro, anche se non è ben chiaro quale, ha una famiglia e degli amici, ha opinioni su ogni cosa, ma sembra che quello che non ha sia molto più centrale. Quindi ha un’amante con cui instaura un rapporto morboso e che contribuisce a disgregare l’intimità familiare. Non riesce ad abbandonare l’idea che lui debba essere il padrone della propria famiglia, forse la modernità, il mondo virtuale di cui lui si interessa tanto, stanno lentamente emancipando le persone che lo circondando mentre lui rimpiange il vecchio mondo reale ed è soddisfatto solo quando riesce a ristabilire i rapporti di forza e potere di quando era ancora lui l’uomo di casa (nella casa dei genitori). Leila, la moglie, è una personalità forte, il protagonista la teme, teme la sua ira nel momento in cui verrà a galla il tradimento. E allora ecco come cercare di ristabilire un grado di potere, trovarsi un’amante e trattarla male, allontanarla unilateralmente per poi andarla a cercare.
Le particelle sono anche le persone che lo circondano, che sembrano fluttuare attorno a lui senza meta. C’è quasi un’invidia malcelata di non capire come facciano gli altri ad andare avanti mentre lui sembra sentirsi ancorato a qualcosa che non c’è più.
Ed è emblematico come tutto il libro ruoti attorno agli eventi che scaturiscono dal giorno del suo sessantesimo compleanno, quasi che allo scorrere del tempo inesorabile si voglia contrapporre un trauma che porti, in qualche modo, un soffio di novità, che serva a sparigliare le carte e che faccia capire al protagonista di non essere solo una particella minuscola che vaga nel vuoto, ma qualcosa di più.
Coordinate:
Soheila Beski è nata a Teheran nel 1953, il libro “Particelle” (2009) è la prima traduzione straniera di un suo libro. C’è una particolarità che mi incuriosisce e che spero qualcuno voglia soddisfare. Il libro è stato pubblicato da una casa editrice di Colonia nel 2009 in persiano. Poi ne è stata ricavata una traduzione in inglese che presentava alcuni tagli e una diversa disposizione del testo. Questa traduzione non è mai stata pubblicata, ma su espressa richiesta dell’autrice il traduttore che l’ha tradotta in italiano ha dovuto tenere in considerazione anche quella versione. Mi chiedo per quali motivi ci siano stati questi tagli, se si tratta di tagli migliorativi o se c’è qualche traduzione. Mi chiedo in oltre se “prendere in considerazione i tagli” significhi che la traduzione italiana sia fedele all’originale persiano oppure no. Ciò mi permette di introdurre il lavoro del traduttore Mario Vitalone. Dover affrontare un testo così denso di riflessioni non deve essere stata un’impresa da poco. Ho apprezzato il ritmo globale del libro che riporta una sorta di lentezza in cui hanno il sopravvento i pensieri e non l’agire. Essendo questo un tratto caratteristico del personaggio mi immagino che renderlo in un’altra lingua non sia cosa da poco.
Infine Ponte33 la piccola casa editrice di Civitavecchia (Roma) che ha scoperto questa chicca e l’ha portata a nostra disposizione. Per una casa editrice di piccole e medie dimensioni combattere contro i colossi dell’editoria è un’impresa improba. Per riuscire a sopravvivere (perché ahimè di questo si tratta) sono obbligate a fare un’enorme lavoro di ricerca e spesso tale lavoro li premia e ci premia con dei testi delicati e privi di rumori assordanti. Testi in cui la parola e il pensiero regnano ancora sovrani. Ponte33 trova un ottimo spazio d’azione nella letteratura persiana e in particolar modo in quella persiana femminile. Attualmente “Particelle” del Novembre 2013 è la loro ultima uscita in ordine cronologico. Aspetto con fiducia la loro nuova scoperta.
(Gianluigi Bodi) @Louie75