Home Inchiostro Fresco - Recensioni di libri letti da Gianluigi Bodi Non c’è tempo per il sole – Vito Santoro

Non c’è tempo per il sole – Vito Santoro

by Gianluigi Bodi

Etichettare mi è sempre difficile. Non ne sono geneticamente capace. Ogni tanto ci provo, tipo ora, nel dire che “Non c’è tempo per il sole” di Vito Santoro rientra nella categoria dei Thriller d’azione. Etichetto e mi sembra riduttivo.
Diovis, figlio di un vecchio e potente uomo d’affari scompare per anni. Lancia un segnale, una lettera indirizzata alla madre in cui rivela di essere prigioniero e in fin di vita. Spetterà a Federico Cairo, un killer professionista, il compito di recuperare qualche informazione sull’uomo scomparso. Tutto è poco chiaro, sin dall’inizio e il padre di Diovis non sembra avere buone intenzioni nei confronti del figlio.

Questo è uno di quei casi in cui parlare della trama mi fa rischiare di geneare uno spoiler distruttivo. Per cui non darò altri elementi.

Mi preme però dire un paio di cose su “Non c’è tempo per il sole“. Nel caso di libri di questo genere, spesso, il successo è dovuto all’abilità dello scrittore di saper creare un giusto mix tra capacità di scrittura, azione, suspance e velocità d’azione. “Non c’è tempo per il sole” viaggia spedito, dopo un iniziale periodo di assestamento in cui il lettore recepisce tutte le informazioni che gli sono utili per navigare nell’universo generato da Santoro, l’azione si dipana tra un colpo e l’altro.
L’altro tassello fondamentale è la creazione dei personaggi e degli ambienti entro i quali essi si muovono. Santoro ha scelto, tra gli altri, il Brasile, ma non sembra una scelta dettata dalla necessità di voler essere originali a tutti i costi. Il Brasile di Santoro è vivo, non è il Brasile delle spiagge dorate, ma il Brasile triste dell’entroterra, dei paesi chiusi e arroccati su posizioni scontrose. Per quel che riguarda i personaggi, inizialmente ero un po’ scettico sulla scelta di alcuni nomi. Lo so, è banale prendersela con i nomi. Lo stesso Diovis non mi convinceva, mi pareva che fosse un pugno alla forza della trama. Poi ho capito che uno che si è arricchito con le proprie mani non poteva non voler dare nomi stravaganti alle proprie creature. I personaggi risultano credibili, lo stesso Federico Cairo, dal lavoro quantomeno discutibile, non viene tratteggiato come una macchietta, una caricatura del ruolo del Serial Killer, bensì ci viene mostrato in tutta la sua vulnerabilità.

C’è un tempo per leggere i grandi classici, un tempo per leggere i romanzi intimisti caricatura di un mondo allo sfascio e un tempo per leggere “Non c’è tempo per il sole”.

Un ultima cosa credo sia giusto dire. “Non c’è tempo per il sole” di Vito Santoro è il libro vincitore della seconda edizione del concorso letterario indetto dalla casa editrice Edizioni della sera. Attualmente è possibile inviare i manoscritti per essere valutati per la terza edizione. Il primo premio è, come nel caso di Santoro, la pubblicazione in formato cartaceo e ebook. Il secondo premio vince la pubblicazione in formato ebook, mentre al terzo classificato spetta una targa commemorativa.

Vito Santoro vive a Brindisi dove lavora per una multinazionale della chimica. Ha studiato Ingegneria all’Università di Bologna e in quel periodo si è avvicinato al mondo della scrittura frequentando corsi di narrativa e graphic novel. Non c’è tempo per il sole nasce sotto l’influenza del cinema di David Lynch e le musiche dei Boards of Canada, maturando lentamente come idea ma esplodendo dirompente in fase di scrittura. Questo è il suo primo romanzo.

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