Michele Cocchi – Us

by Gianluigi Bodi
Michele Cocchi

Credo che tutti noi aspettiamo con una certa impazienza l’uscita del nuovo libro di quello scrittore o quella scrittrice che, in passato, ci ha regalato un’opera che è entrata tra quelle che amiamo di più; non è necessariamente una faccenda legata ai nomi più famosi e altisonanti, a volte ci capita con degli scrittori e delle scrittrici che non hanno ancora (ma siamo sicuri che l’avranno) il giusto riconoscimento di pubblico.

Uno dei libri che più ho atteso negli ultimi anni, precisamente dal momento in cui ho finito il precedente “La casa dei bambini” è “Us” di Michele Cocchi. Con “La casa dei bambini” Cocchi era anche riuscito a portarsi a casa il premio Comisso, un premio che non sempre dà la giusta attenzione alle case editrici meno blasonate. Eppure ce l’ha fatta, segno che quel libro era davvero ottimo.

Lo è anche “Us”. Ho atteso tre anni, ma non è stata una vana attesa. Michele Cocchi mi ha regalato un altra volta un libro che riesce a far risuonare alcune delle mie corde nascoste. Mentre il precedente sembrava quasi creare un futuro distopico partendo da elementi che lo facevano assomigliare a quella che è stata la resistenza durante il ventennio fascista, “Us” ci tiene incollati al presente.

Il protagonista principale è Tommaso, un sedicenne che, all’improvviso, si chiude nella propria stanza e decide di non uscirne più: un hikikomori. Passa le sue giornate tra fumetti, film e computer e quando finalmente viene messo in vendita “Us”, un videogioco, lui vi si dedica anima e corpo.
Lo scopo del gioco è quello di ripercorrere e completare 100 campagne multigiocatore, campagne che si basano su fatti realmente accaduti nella storia recente. Ogni team è composto da tre giocatori reali che non possono vedersi al di fuori del gioco, non possono scambiarsi informazioni personali e non possono rivelare i propri nomi, pena la squalifica. C’è un anno di tempo per terminare le 100 campagne, se una viene fallita la si può riprovare dopo 100 giorni. Chi porta a termine il gioco vince 10 milioni di euro. L’unico modo di vincere è quello di restare uniti, formare un’entità unica, creare dei legami.

Ed è strano guardare Tommaso e i suoi due compagni di gioco mentre si cimentano nelle dure campagne. Vediamo Tommaso entrare e uscire dal gioco, conosciamo le sue perplessità e le sue speranze, i dubbi che nutre, vediamo crescere dentro di lui l’ipotesi che “Us”, in qualche modo, sappia leggere dentro di loro, sappia anticiparli.

Un ragazzino di sedici anni, chiuso in casa da mesi, incapace di uscire, costretto a ricevere a casa, nella sua stanza, una psicologa; un ragazzino che ogni sera si avventura per il mondo cercando di far fruttare la collaborazione con altre due persone che potrebbe non conoscere mai davvero. È qui, su questo punto, che si erge la bellezza di questo libro. Sulla capacita che ha Michele Cocchi di delineare alla perfezione i tratti caratteriali di Tommaso fino a farcene vedere i pori della pelle, i capelli arruffati, le gocce di sudore. La battaglia che Tommaso porta avanti è sia dentro a “Us”, sia fuori e Cocchi ce la mostra bene.

Proprio come ne “La casa dei bambini” Michele Cocchi è riuscito a scrivere un libro in cui, con delicatezza, riesce a rendere reale i protagonisti in ogni loro aspetto, anche nelle apparenti contraddizioni.

“Us” esce per una collana da poco nata della casa editrice Fandango. La collana “WY – Weird Young” apparentemente sembra sia dedicata a un pubblico di giovani lettori, ma io, che tanto giovane ormai non lo sono più, non mi sono mai chiesto se fosse un libro pensato per uno della mia età, l’ho letto e basta e mi sono divertito davvero molto.

Michele Cocchi (Pistoia, 1979) lavora come psicoterapeuta dell’infanzia e dell’adolescenza. I suoi racconti sono apparsi su riviste e su antologie. Nel 2010 ha pubblicato la raccolta Tutto sarebbe tornato a posto (Elliot), finalista come libro dell’anno di Fahrenheit. Il suo primo romanzo è La cosa giusta (Effigi, 2016). Con La casa dei bambini (Fandango, 2017) ha vinto la XXXVII Edizione del Premio Comisso.

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