Luigi Cecchi – Il Karma del pinolo

by Gianluigi Bodi
Luigi Cecchi

Guardare la realtà (qualsiasi cosa intendiate voi per realtà) è un passatempo divertente. Per uno che legge un modo per osservare la realtà è quello di vederla attraverso gli occhi degli scrittori. Affrontare la loro scrittura come fosse uno studio antropologico. Per uno che legge molto, alla lunga, i pattern si ripropongono costanti. Si rischia la noia, il processo di studio diventa monotono, gli elementi chiave si ripetono ciclicamente. Poi capita che, ogni tanto, qualche scrittore ti fornisca un diversivo. Un modo nuovo di vedere le stesse cose o, anche meglio, uno sguardo diverso su cose diverse.

Luigi “Bigio” Cecchi, già famoso per il suo fumetto “Drizzit” ha messo assieme una raccolta di racconti sotto il titolo di “Il Karma del pinolo“. Ora, non starò qui a spiegarvi quanto sia appagante lo sguardo di smarrimento nei compagni di treno quando leggono il titolo del libro che state leggendo. Mi preme più che altro mettere il luce il fatto che quello stesso smarrimento che vedete negli occhi degli altri è presente anche in voi che leggete le storie scritte da Luigi Cecchi.

I racconti sono punti di vista che arrivano da angolazioni diverse. Luigi Cecchi prende una situazione che oserei quasi definire normale (ma scoprirete leggendo la raccolta che la mia definizione è limitante ed è un’etichetta di comodo) e ci posiziona un elemento disturbante. Come quando fa entrare nel salotto di una signora anziana intenta a guardare la TV un angelo. Un po’ come mettere un elemento estraneo all’interno di un gruppo chiuso che ha le sue regole. Cecchi in questo modo investiga un mondo plausibile che non è poi tanto diverso da quello che vivete voi, ma che è sicuramente più interessante.
Ho letto metà del libro mentre aspettavo che mio figlio uscisse dalla palestra e non ho avvertito assolutamente il senso di passaggio del tempo. Una delle cose migliori che posso chiedere ad un libro è che mi faccia dimenticare che il tempo scorre.
Leggere le storie tragicomiche, intrise di umorismo ed ironia, quelle storie che sembrano nascere un po’ in periferia e hanno come protagonisti persone dai problemi reali ti fa guardare la vita con un sorriso acido di chi capisce già da dove arriverà la sconfitta e l’aspetterà a braccia aperte per una birra e quattro chiacchiere.
Passando da un racconto all’altro mi sono trovato di fronte ad una raccolta di varia umanità per la quale non potevo che provare simpatia. Quella simpatia che poi trasmetti per magia anche all’autore, quella cosa che ti farebbe venir voglia di alzare il telefono e chiamarlo. Per fortuna di Luigi Cecchi non ho il suo numero e non lo importunerò.

Dopo tutte queste recensioni, tutti questi libri, copertine, autori, traduttori, che posso dire di Del Vecchio e il suo team e di Ifix design/Maurizio Ceccato con le sue copertine? Niente. Solo…grazie.

Luigi Cecchi sceneggiatore di fumetti e disegnatore di comic strips, noto al pubblico per il fumetto Drizzit (Shockdom), in cui fa parodia del genere fantasy costruendo un universo compatto in cui il nonsense svela continuamente la trappola insita in una silenziosa accettazione dei risvolti meschini del quotidiano. Nel fumetto The Author, mette in
scena un suo alter ego per rovesciare con melanconica ironia luoghi comuni ed errate concezioni sugli autori di opere di fantasia. Scrive da sempre, e diversi suoi racconti sono stati premiati e inseriti in antologie o pubblicati su riviste, tra cui «Nuova Prosa». Nel 2011 con la raccolta Frammenti, di cui il presente volume è uno sviluppo, è stato segnalato al PREMIO CALVINO.

Commenti a questo post

Articoli simili

8 comments

Leave a Comment