L’educazione di Tara Westover

by senzaudio
Tara Westover

Inserito dall’ex presidente USA Barack Obama nella sua lista di libri da leggere, L’educazione di Tara Westover (Feltrinelli, 2018) è un intensissimo memorial, che si contraddistingue fin dall’ambiente di provenienza dell’autrice: una famiglia mormone con sette figli, che abita in una zona montana del sud dell’Idaho. Per via delle radicali convinzioni del padre, che spesso sfociano in un dogmatismo paranoico che ben poco ha a che fare con la religione mormone, la famiglia vive isolata all’ombra di questa montagna, e i più piccoli dei bambini non vengono mandati a scuola, addirittura non esistono documenti legali della loro nascita e quindi della loro esistenza. La madre, su pressioni del consorte, si inventa prima levatrice ed esperta di piante officinali mentre l’uomo possiede una discarica dove non si fa scrupolo di impiegarvi i figli, compresa la piccolissima Tara, con una apparente noncuranza delle loro condizioni di vita e di salute.

I figli crescono senza un’istruzione, con un vago contatto con il mondo esterno, che non deve mai passare attraverso le Istituzioni, e ciò contempla sia la sanità che, appunto, la scuola. La prima parte del libro verte sulla Tara bambina e adolescente che comincia a rendersi conto, in maniera quasi inconscia, di come ci sia fuori molto di più del mondo destinato a bruciare nel ferro e nel fuoco apocalittici che descrive loro l’invasato padre e cerca strade da esplorare, che non la mettano in conflitto con la famiglia.

E forse proprio questo, insieme all’idea dell’educazione liberatrice, è il cuore di questa autobiografia: come poter trovare la propria strada, mantenendola in equilibrio con il proprio senso di appartenenza a un microcosmo che, per quanto percepito come sbagliato, è pur sempre il proprio.

I tentativi di Tara in questo senso, “agevolati” dalla presenza di un fratello autoritario e violento, troveranno sfogo nella ricerca di un’educazione che si sottragga ai rigidi precetti paterni, passando dal canto alla vera e propria istruzione scolastica, riuscendo con le proprie forze e l’aiuto del Sistema (sovvenzioni o borse di studio) a costruirsi, pressoché da zero (emblematico il passaggio in cui la giovane si rende conto di non sapere cosa significhi il termine “Olocausto”), un bagaglio culturale che le permetterà di accedere addirittura  a Cambridge ed Harvard. Altro punto nevralgico del romanzo è la presenza di professori illuminati che, in controtendenza rispetto al primo insegnante avuto, il padre, la aiuteranno a trovare la sua via e completare man mano gli studi, apprezzandola e valorizzandola come mai le era successo in seno alla sua famiglia.

Ma pure i successi universitari di Tara non riusciranno a staccarla completamente dalle sue origini, a cui continua comunque a sentirsi legata a doppio filo, confidando sempre in una impraticabile soluzione di pacifica convivenza e reciproca accettazione: Tara infatti svolterà la sua vita quando comprenderà in pieno l’impossibilità di ritornare in seno alla sua famiglia rimanendo se stessa, e non conformandosi al modello – assurdo – che è invece atteso e che tocca a parte dei suoi familiari, tant’è vero che attualmente l’autrice è in buoni rapporti con alcuni fratelli e zie, mentre non è così con i genitori e il resto dell’originario nucleo.

La scrittura di Tara Westover non conquista subito, essendo molto  meditata e controllata (quasi da parere fredda, anche se non è così), ma, passato lo scoglio iniziale e assimilato lo scarto, riesce ad avvolgerti con la sua descrizione di quello che le accade: descrizione sempre improntata alla ricerca di quel minimo di oggettività reso possibile dai ricordi e dal coinvolgimento personale, e che però in alcuni punti esplode in un magma di autenticità che non può non lasciare distaccati. Non è solo un elogio dell’educazione, ma soprattutto del combattere e trovare la propria via ed essere se stessi, anche quando hai la tua stessa famiglia contro.

Traduzione di Silvia Rota Sperti


Tara Westover è nata in Idaho nel 1986. Dopo una laurea alla Brigham Young University, ha vinto una borsa di studio a Cambridge, dove ha conseguito un dottorato di ricerca in storia. Feltrinelli ha pubblicato L’educazione (2018), il suo primo libro.

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