Home Inchiostro - Recensioni di libri indipendenti e non. Le mille (e una) vite di Pamela Des Barres

Le mille (e una) vite di Pamela Des Barres

by senzaudio

Qualche anno fa, mentre sfogliavo la mia copia di Rolling Stone (di cui, all’epoca, ero un’assidua lettrice), la mia attenzione ricadde su un’intervista ad una giornalista americana, Pamela Des Barres. Ovviamente non avevo la più pallida idea di chi fosse; tuttavia, una volta ultimata la lettura dell’articolo, mi resi conto che, dietro lo sguardo innocente di una signora di mezz’età dalla folta chioma rossa, si nascondevano gli anni più gloriosi che la storia del rock abbia mai conosciuto.

Proprio così: benché oggi sia nota per la propria carriera come scrittrice e giornalista, Pamela Miller (che acquisì il cognome De Barres dall’ex marito, Michael, leader dei Silverhead) passò alla storia del rock come una delle prime e più note groupies americane, nonché membro delle GTO’s, band nata grazie ad una delle menti più controverse e baffute della scena rock internazionale, Frank Zappa.

Nel primo libro pubblicato dalla Des Barres, Sto con la band:confessioni di una groupie, gli anni d’oro della musica rock prendono inaspettatamente una nuova piega: ossessionata dalla musica e dall’idea di conoscere i propri idoli (primi fra tutti, i Beatles), la giovane Pamela, studentessa originaria di Reseda, California, poco più che maggiorenne, attraverserà in lungo e in largo le strade che, ben presto, la condurranno nei backstage dei concerti delle band più importanti che la musica abbia conosciuto. Parallelamente, vengono descritti anche i numerosi flirt e le vere e proprie storie d’amore vissute in prima persona dalla Des Barres a cavallo tra gli anni ’60/’70: dal bacio con Jim Morrison, alla travagliata storia con Jimmy Page (a mio parere, la parte più interessante dell’intero libro), fino alle saltuarie scappatelle con Mick Jagger e Keith Moon, i cui “demoni interiori” (si fa riferimento soprattutto al senso di colpa che inseguì Moon fino alla morte, ovvero il momento in cui uccise per sbaglio uno dei propri roadie) preoccuparono non poco Pamela.

Naturalmente questi non sono che alcuni dei personaggi che popolarono gli anni più intensi della Des Barres, senza dimenticare come, nei momenti di sconforto e di ristrettezze economiche, poté rifugiarsi presso la dimora dei coniugi Zappa, veri e propri “angeli custodi” la cui costante presenza è percepibile  per tutto il corso della narrazione.

Per quanto il valore letterario di un libro come Sto con la band sia davvero basso (complici i momenti in cui si rasentano livelli narrativi pari al diario di una tredicenne), penso che il vero punto forte di questo libro sia ciò che esso rappresenta: uno specchio attraverso cui guardare nel passato della musica rock, le cui influenze sono (per fortuna) ancor oggi visibili nella scena rock contemporanea. Inoltre, per quanto possa sembrare il contrario, il contributo di Pamela Des Barres, delle GTO’s e delle groupies del periodo non fu indifferente: alcune di esse divennero vere e proprie muse che ispirarono non pochi testi e, col loro spirito d’intraprendenza, si rivelarono, per le rockband, non solo delle occasionali intrattenitrici, ma anche delle “guide spirituali”con cui confidarsi e chiedere consiglio, come affermò più volte Robert Plant.

Quel che resta oggi, oltre ad un vasto repertorio di brani fenomenali, è il ricordo di un’epoca in cui il rock, così come la vita, pulsava e gridava al cambiamento.

Sito ufficiale di Pamela Des Barres:  http://pameladesbarres.net/

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