La paura del diverso

by senzaudio

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” Articolo 3 della Costituzione della Repubblicana italiana, la nostra Legge suprema, parole scritte nell’immediato post fascismo. kyenge  Sarà anche per questo che i Padri costituenti nella parte dei principi fondamentali hanno deciso di inserire questa dichiarazione di principi, attuale oggi come non mai.

Ce ne stiamo accorgendo in questi giorni successivi alla nomina di Cécile Kyenge come ministro dell’integrazione, lei congolese di nascita, cittadina italiana senza se e senza ma, attaccata per il colore della sua pelle. E’ nera, allora? E’ una colpa, un crimine all’umanità? Qualsiasi persona va e può essere criticata in base alle proprie idee, non per altri motivi. Invece, purtroppo succede il contrario, e, fatto ancora più grave, i primi a dare il cattivo esempio sono alcuni esponenti della classe politica

Siamo consapevoli del pericolo in cui rischiamo di incorrere, a tal punto che usiamo espressioni “political correct”.scrittq Una persona nera diventa “di colore”, espressione che racchiude anche noi europei che pure un colore ce l’abbiamo: bianco.  Non è un problema solamente italiano, ma la paura del “diverso” è sempre forte,  sebbene il mondo stia viaggiando verso un’altra direzione. Più si procede verso una commistione di razze, di lingue, di religioni, più si invoca la “sindrome di Babele”, più si alzano ostacoli, barriere. L’esempio viene dai bambini, basta andare fuori da un asilo per accorgersi che tutti questi discorsi non esistono, non perché non ne siano consapevoli, ma proprio per non avvertire questo problema. E’ allora, ancora una volta, un problema di educazione, di civiltà che può e deve essere insegnata nelle scuole.

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