Home Inchiostro - Recensioni di libri indipendenti e non. L’inferno “terreno” di Dan Brown

L’inferno “terreno” di Dan Brown

by senzaudio

Dan Brown è senza dubbio uno dei fenomeni letterari degli ultimi 10 anni. Io, lo ammetto, da quando mi sono trovato faccia a faccia con “Il Codice Da Vinci” non ho più potuto fare a meno dei suoi racconti. Senza avere alcuna pretesa di perfezione, non esigo di trovarmi di fronte a un’opera letteraria indiscussa, ma solo con l’intenzione di trascorrere 2 o 3 giorni con una lettura all’insegna del trasporto e della leggerezza.

Ciò che mi ha sempre stupito di Dan Brown è l’abilità di stravolgere argomenti e problemi del quotidiano o di argomentazione popolare per trasformarli in avvincenti arrovellamenti di scena, quell’abilità di farti credere sempre tutto e il contrario di tutto al fine di farti sentire anche un po’ scemo nel non averci pensato. Detto questo le sue opere non sono perfette e ogni tanto il dubbio di averlo smascherato sorge facilmente.

Con “Inferno” per quello che conta il mio parere si è superato. E non intendo dire che sia un libro che debba piacere per forza a tutti. Nel passato ci ha abituato a situazioni, a forzature, a congetture estreme con l’unico scopo di garantire la chiusura della sua storia e anche stavolta non si è risparmiato in nulla. Questa volta però ha preso un argomento vicino a ognuno di noi, che possiamo toccare con mano tutti i giorni (ad esempio sui mezzi di trasporto delle grandi città), che condiziona tutte le nostre vite ed è causa di molti problemi ambientali ed economici, come la sovrappopolazione e l’ha trattato sotto un assurdo punto di vista.

Digitando “sovrappopolazione Dan Brown” su google (overpopulation sulla versione inglese) il dubbio di essere l’unico a pensarla così vien meno e si capisce che, ancora una volta, ha fatto chiaramente centro. Le critiche dei primi giorni sulle incongruenze storiche e gli errori, a volte giuste a volte delle chiare “licenze poetiche”, sono state rimpiazzate da mille domande e illazioni sull’argomento principale del libro. “E se Dan Brown avesse ragione?” è il primo risultato italiano ed è una domanda che secondo me ci siamo posti tutti come confermano i numerosi gruppi sull’argomento nei social. Proprio per questo il resto dei risultati è una camionetta dei pompieri digitale: “Manifesto anti cattolico pro aborto…” “Bilge”, “noxious malarkey” o “entertaining twaddle”. Insulti e grandi accuse al fine di spegnere il problema quanto prima e evitare inqualificanti analisi. Dall’Inferno di Dante all’Inferno terreno e mediatico? Quando sei famoso (e lanci il sasso su argomenti così importanti) funziona così.

In fondo era il suo scopo… bene o male l’importante è che se ne parli, si diceva. E lui è riuscito per l’ennesima volta a far parlare di sè. Se poi aggiungiamo che Langdon e soci in questa avventura seguono un tragitto storico importante, non è difficile emozionarsi tra le vie di Firenze, Venezia e Istanbul: tre città tra le più storiche, varie, strane, artistiche, illogiche e belle del panorama mondiale. E’ facile far scattare l’autoimmedesimazione del lettore e ritrovarsi nei posti enunciati se li si è visitati.

Che dire quindi dell’Inferno di Dan? Di sicuro di non prenderlo sul serio e quindi di goderselo per quello che è. Il romanzo è piacevole, scorrevole (e su questo darei sempre una nota di merito ai traduttori – Traduttori: Lamberti N., Raffo A., Scarabelli R), simpatico e fa apprezzare e venir voglia di tornare sui luoghi dei delitti. Non è un saggio storico è un romanzo. Il Romanzo è componimento narrativo in prosa o, anticamente, in versi, genericamente di vasto respiro. In questo abbiamo il respiro, il sospiro e il sorriso.

Io ve lo consiglio.. ma se non siete d’accordo potete dirmi il perchè…. 🙂

Commenti a questo post

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1 comment

Karin Sternar 11 Luglio 2013 - 10:46

Bella recensione Emiliano!
Scritta bene e scorrevole!!! Complimentoni!
Karin

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