Home Inchiostro Fresco - Recensioni di libri letti da Gianluigi Bodi Hassan Blasim – Il matto di piazza della libertà

Hassan Blasim – Il matto di piazza della libertà

by Gianluigi Bodi
Hassam Blasim

Il matto di piazza della libertà” è una raccolta di racconti che mi ha messo profondamente a disagio e che ho letto in un momento storico in cui la realtà è talmente tanto assurda da essere strettamente imparentata con la finzione. Cosa che porta il lettore empatico, quale io sono, a riflettere sulla finzione letteraria con particolare attenzione.

Sono racconti taglienti quelli di Hassam Blasim, tanto più penetranti quanto più la scrittura risulta semplice e diretta. Non ci sono fronzoli, abbellimenti superflui messi apposta per far distrarre il lettore dal testo. Hassam Blasim è uno scrittore onesto e mi scuserete se non mi viene altro termine per definirlo. I suoi racconti portano alla luce una realtà che spesso rimane nell’ombra, ingnorata. Una realtà che noi viviamo dall’altra parte della barricata. Quella, ad esempio, di chi apre le frontiere e aspetta il profugo con malcelato disgusto. Blasim ci racconta ciò che è il profugo aldilà dell’etichetta che per comodità gli attacchiamo. C’è un racconto che mi ha colpito in particolar modo, un racconto che arriva talmente vicino alla realtà da lasciarmi turbato. Un gruppo di profughi affida la propria sorte all’autista di un camion. Il trasporto della “merce” è delicato, richiede pazienza, soste strategiche e condizioni inumane. I profughi, stipati stretti dentro il cassone di un camion chiuso, possono uscire solo la notte, quando il camion si ferma. Una notte arriva l’imprevisto, il camion si ferma, non riparte. Quelle persone in cerca di libertà e di condizioni migliori non hanno via di scampo. Ci si aspetterebbe una morte per asfissia, come già visto in TV. Qui il colpo di genio di Hassam Blasim arriva. La realtà si carica di un elemento fantastico. I poliziotti apriranno le porte del camion e troveranno corpi squarciati e una bestia che fugge nel bosco.

Hassam Blasim ha la capacità di esplorare le pieghe della disperazione senza cadere mai nel patetico. Inizi a leggere il racconto “Il matto di piazza della libertà” e, alla fine, speri con tutto il cuore che il matto non si sia inventato tutto. Perché? Perché sarebbe come ammettere che c’è ancora speranza, che ci si può nutrire di speranza. Purtroppo non è così.

Ottima anche l’opera di Barbara Teresi, traduttrice di questo testo. A volte mi chiedo che reazioni emotive possa produrre un libro su chi lo traduce, questa è una di quelle volte.

Il Sirente e la sua collana Altriarabi sono una di quelle realtà che trasudano passione. Nel caso specifico si tratta di passione per la letteratura Araba. Grazie ai due loro titoli che ho letto questa passione si sta trasferendo anche in me.

Hassan Blasim è nato a Baghdad nel 1973. è poeta, regista, blogger e autore di racconti brevi. Ha studiato all’Accademia di Arte Cinematografica di Baghdad, dove due suoi film sono stati premiati. Nel 1998 ha lasciato Baghdad, per continuare a dedicarsi alla sua attività di regista (sotto pseudonimo, per paura di ritorsioni contro i suoi famigliari rimasti nella capitale) a Sulaymaniya, nel Kurdistan iracheno. Nel 2004, in seguito a problemi scaturiti dalla realizzazione del film Wounded Camera, ha dovuto lasciare l’Iraq e si è rifugiato in Finlandia, dove vive tuttora. Il suo sito personale: حسن بلاسم.

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