Hannah Coulter – Wendell Berry

by Gianluigi Bodi

Paratesto:
E’ la seconda volta che la mia strada e quella del contadino pazzo si incontrano. La prima ci siamo scrutati da lontano, ci siamo piaciuti, o almeno lui è piaciuto a me. Questa volta, già sapevo cosa aspettarmi, mi sono seduto sul divano, sotto una coperta, con un bicchiere di vino in mano e ho fatto la conoscenza di Hannah. Fortunatamente fuori pioveva.

Testo: 
Hannah Coulter” ci riporta a Port William, negli stessi luoghi che avevamo già visitato assieme a “Jayber Crow” e che quindi ci sono ben familiari. Per inciso, il buon vecchio Jayber lo ritroveremo anche stavolta. E’ in ottima salute e vi porge i suoi omaggi. Questa volta Wendell Berry ci fa vedere le cose dal punto di vista di un’anziana signora, passata attraverso un paio di matrimoni e segnata da una lontana guerra. Vediamo la sua crescita, i primi precoci lutti, l’avvicinarsi dell’amore, il ritorno della morte e poi di nuovo amore e vita e in tutto questo il punto fermo rimane Port William. Un luogo che vorrei proprio poter visitare. Non in quanto paesaggio, che sicuramente è invitante, ma in quanto scrigno di un’umanità ormai perduta. Luogo d’incontri di persone vere, arse dal sole, bagnate dalla pioggia, con i piedi infangati e la schiena spezzata. Timorati di Dio in modo da non sembrare obbligati ad esserlo per paura, ma spinti da sincera devozione. Insomma, una realtà che noi oggi non riusciamo più ad immaginare e che probabilmente non apprezzeremmo più. Wendell Berry è il cantore di questi sentimenti. Dalla sua penna traspare un’amore viscerale per la vita rurale, la vita che ha come primo interlocutore la terra che calpestiamo e che ci da i suoi frutti.
Non ho molto altro da aggiungere su questo libro. Avevo già scritto tutta la mia stima nei confronti di Berry quando parlai di “Jayber Crow” e ritrovare la stessa identica forza espressiva anche in questo testo mi ha reso felice.
C’è una cosa che Berry probabilmente non ha messo in conto. Aldilà dell’incanto che provocano le sue letture, della capacità di creare personaggi ai quali è talmente facile affezionarsi che par quasi brutto dover finire la lettura, Berry crea un mondo così privo di malignità fine a se stessa che viene tristezza al pensiero di non poter più correre dai propri nonni e farsi raccontare le loro storie.

Coordinate:
Lindau ha avuto il grande merito di portare in Italia le opere di Wendell Berry. “Hannah Coulter” è solo la seconda, ma mi auguro sinceramente che le pubblicazioni di questo autore riscuotano un successo tale da invogliare la casa editrice a proseguire su questa strada. Per gli amanti di Berry posso già dirvi che sono prevista altre uscite di questo grande autore. A breve ci faremo dire di cosa si tratta, perché non è detto che si continui a parlare di narrativa.

Capitolo traduzione. Mi era piaciuto in “Jayber Crow” e mi è piaciuto anche in “Hannah Coulter”. Il soggetto in questione è Vincenzo Perna. Per tradurre dei libri di questo genere bisogna essere molto bravi a scivolare sulla superficie ghiacciata senza rompere lo strato di ghiaccio e finire a mollo nel laghetto. Perna fa questo, traduce qualcosa che deve mantenere la leggerezza originaria in modo impeccabile.

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