Ero al supermercato. Stavo fissando una confezione di macinato e per un attimo la mia mente è stata trasportata altrove. Ho seguito i rimandi e le associazioni. Sono ritornato ad abitare “La carne” di Cristò.
Quello di Cristò è un libro che dovremmo far entrare nel filone Horror/fantastico degli zombie. Eppure, per quanto questa classificazione sia calzante, io non riesco a limitare il campo di azione di “La carne”.
La storia è ambientata in un tempo e in un luogo non definiti. Potrebbe essere ora e a casa vostra. Potrebbe essere un futuro prossimo in un luogo che non avete ancora visitato.

Un ottantenne ricorda com’era il mondo quando aveva 8 anni. Ricorda il mondo che ora non c’è più. Ricorda il terribile evento che nel giorno del suo decimo compleanno ha cambiato la sua vita e la vita di tutta l’umanità per sempre.
Ci sono gli zombie in questa storia e mangiano pure la carne, come nella migliore tradizione. La diversità, in questa storia, è che gli zombie non sono entità assassine pronte a tutto per cibarsi del nostro corpo. Non sono creature disgustose prive di qualsiasi tratto umano. Sono esseri identici a noi in tutto e per tutto, tranne per un particolare. Non hanno più nessun desiderio, tranne la carne. Una teoria vuole che siano impossibilitati ad elaborare simboli, ma qualsiasi sia il motivo per cui improvvisamente queste persone normali perdono il contatto con la realtà e iniziano a mettersi in fila nei depositi per ottenere la carne, qualsiasi sia la causa, la cosa più inquietante è sapere che sono come noi, ma diversi.

Le cose si complicano con l’entrata in scena del medico Tancredi. Non riusciamo a capire che rapporto abbia con il nostro vecchietto. Sappiamo che il protagonista della storia sembra sapere tutto di lui. Ad incastro percorriamo due storie. La prima è quella del presente e il rapporto tra l’anziano, Giulio e Monica. Le ronde punitive, gli atroci segreti di Monica, il cinema porno. La seconda è quella che ci svela la storia di Tancredi, della moglie Lucia, del gatto Moebius, della scrittura automatica e di come la storia numero uno e la storia numero due si incontrino davanti alla bocca spalancata di un pitone.

Uno dei primi pensieri che ho avuto leggendo questo libro è stato questo: in America qualcuno ne farebbe sicuramente una serie. Il motivo è semplice. Aldilà della trama, della successione di eventi che si presta benissimo ad una serie televisiva basata sui cliffhangers, quella che è a tutti gli effetti dell’ottima materia è la potenza emotiva di questo testo. La sequela di riflessioni che impone al lettore. Chi sono questi zombie in fila per qualcosa che non sanno nemmeno più di volere. Chi è Avveroè? Cos’è questa coscienza comune? Perché si è fermato tutto a settantadue anni prima? Cos’è giusto e cos’è sbagliato? Perché in fondo, narrativamente parlando, anche definire i confini di bene e male è di vitale importanza. Quello che fa Cristò e porre il lettore davanti ad una situazione critica, starà poi a lui decidere da che parte schierarsi. Se sia meglio rimanere esseri umani o diventare zombie per i quali nulla sembra importare. Forse nemmeno il presente.

Ottima questa Intermezzi che nel corso degli ultimi tempi mi sforna un Cristò, un Angelo Orlando Meloni e uno Zardi. Bene così, molto bene così.

Cristò (Bari, 1976) ha pubblicato Come pescare, cucinare e suonare la trota (Florestano 2007), L’orizzonte degli eventi (Il Grillo 2011) e That’s (im)possible (caratterimobili 2013). Suoi racconti e articoli sono apparsi su minimaetmoralia e su Alfabeta2.

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La carne su Senzaudio – Intermezzi BLOG! 8 Febbraio 2016 - 14:57

[…] Qui. […]

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