Ci vediamo a Torino?

by senzaudio

Ormai ci siamo: il Salone è alle porte ed è tutto un confermare la presentazione agli eventi, tutto un rimpallarsi la classica domanda “Ma te ci sei a Torino?”. Sul Salone del Libro si è già scritto troppo e non spetta certo a me spiegarvi perché è importante andarci. Mi limiterò a qualche consiglio che potrà essere utile a chi non è ancora esperto dell’ambiente e che, spero, strapperà un sorriso ai veterani.

 

  1. LA PREPARAZIONE

Non state andando a un evento culturale: il Salone è un’ultra maratona, una scalata di un ottomila, una traversata del deserto in stile Esodo: non siete soli con qualche beduino ma in compagnia di un intero popolo di lettori-autori-traduttori-blogger-wannabe-curiosi-echipiùnehapiùnemetta.

E non si affronta un evento del genere senza la dovuta preparazione: per non lasciare la fiera con la sensazione di aver fatto un giro a vuoto, è importante prepararsi prima. Bisogna scegliere con cura quali eventi seguire (Venerdì alle 13 tutti alla presentazione di Teorie e tecniche d’indipendenza!), quali stand visitare (io mi segno anche la collocazione) e con quali persone parlare. Poi ben vengano gli incontri fortuiti e, se avanza tempo, una passeggiata tra i padiglioni meno frequentati!

 

  1. L’ABBIGLIAMENTO

Come in ogni gita che si rispetti: scarpe comode e abbigliamento a cipolla. Ma soprattutto, l’importante è farsi riconoscere dalle persone che abbiamo deciso di incontrare e con cui abbiamo avuto solo scambi virtuali. Quindi, togliete la foto del profilo in cui avevate diciassette anni (sì, lo so, da giovani eravamo tutti belli) o quella in cui siete appena usciti dal parrucchiere e mettetene una RECENTE e REALISTICA, perché dopo 10 ore nell’aria insalubre della fiera nessuno sembra uscito da un fotoromanzo. D’altronde, si va a Torino per incontrare gente, e se la gente non ci riconosce come facciamo a incontrarci?

Ode al nostro Gianluigi Bodi, che prima di venire al Book Pride si è scattato una fotografia con la maglietta a righe azzurre e blu che avrebbe indossato in fiera, permettendo a tutti di riconoscerlo. (Ho già comprato una canottiera a righe azzurre e nere, sapevatelo!)

 

  1. L’ATTREZZATURA

Io il curriculum a Torino non lo porto più: se qualcuno ve lo chiede, state sicuri che non è l’editor di quella casa editrice. Più utili i biglietti da visita, ma ricordatevi: l’obiettivo è sempre quello di ottenere in cambio l’indirizzo dell’editor di narrativa straniera o dell’ufficio diritti!

Indispensabile una penna e un taccuino su cui spuntare gli stand che si sono visitati e prendere qualche appunto dopo le conversazioni di lavoro: vi assicuro che se state a Torino per più di 3 giorni, alla fine non vi ricorderete più cosa avete detto a chi. Il taccuino, naturalmente, serve anche a prendere appunti durante gli incontri dell’Autore Invisibile!

Infine, indispensabile una borsa capiente da riempire di libri, brochure, cataloghi, biglietti da visita. Perché non comprare quella di un editore? 😉

 

  1. LA MAPPA

A proposito della borsa piena di libri, come tutti gli sport estremi, anche la fiera ha il suo rischio: quello di comprare decine di libri che non avremo MAI il tempo di leggere e andranno ad accumularsi nella libreria Billy già sull’orlo del cedimento. Io, ultimamente, mi sono convertita agli e-book e compro libri cartacei solo quando ne vale davvero la pena (ora potete insultarmi e picchiarmi). Però una cosa a Torino compratela: il catalogo completo degli espositori, che vi restituisce una buona mappa dell’editoria italiana (esclusa la micro editoria, ma per quella c’è una fiera apposita). Poi ad agosto, sotto l’ombrellone, ve lo leggete tutto dall’inizio alla fine e selezionate le case editrici a cui mandare una proposta di collaborazione. E quando il catalogo non vi serve più, potete usarlo per alzare lo schermo del computer ed evitare il mal di schiena. (Allego foto).

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  1. IL CAMPO BASE – SOLO PER ESCURSIONISTI ESPERTI

È una scocciatura girare per la fiera con la borsa piena di libri e la giacca sottobraccio… e se piove c’è pure l’ombrello! Se in qualche stand qualcuno vi vuole bene, questa è la sua occasione per dimostrarvelo: farvi da campo base. Un punto fisso nel marasma del salone a cui far ritorno di tanto in tanto per depositare nuove borse piene di libri e nuovi strati di vestiti (a un certo punto la situazione si fa hot), dove per riposare un po’, magari seduti. E se lo stand è davvero figo, potreste trovare anche una presa per ricaricare il telefono! Io ho già individuato il mio campo base, non mi resta che sperare nella benevolenza dei legittimi proprietari…

 

Mi ributto a capofitto nell’analisi del programma e… ci vediamo a Torino!

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– Ci vediamo a Torino? – La domanda del giorno – il Diario dei libri 5 Maggio 2016 - 12:14

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